domenica 18 dicembre 2016

Il discepolato Luca 14, 25-35


Continuando il nostro viaggio dentro il vangelo di Luca, stamani commentiamo e riflettiamo su un testo a me molto caro e del quale avevo cominciato a parlare in una mia prima predica. Cosa dobbiamo fare per essere discepoli di Cristo?
Solo in questa breve lettura la parola discepolo è usata 3 volte, in tutto il nuovo testamento circa 250 volte, mentre la parola cristiano solo 3 volte per cui se ne può dedurre l'importanza e l'enfasi che Gesù dava alla formazione di discepoli.
Se vogliamo dare una definizione alla parola di discepolo andando a ricercare nei vocabolari è il seguace di una persona o di un'idea, colui che crede fermamente negli insegnamenti di un leader e cerca di comportarsi di conseguenza. Quindi una prima differenza che voglio sottolineare è tra cristiano e discepolo. Possiamo dire che tutti i discepoli di Cristo sono cristiani, ma non tutti i cristiani sono discepoli. Non si tratta di un giudizio ma di un fatto. 
I credenti accettano per veri gli insegnamenti di Gesù; credono in lui, credono che sia il loro Salvatore e sanno di essere salvati. Gesù indicò chiaramente che credere in Lui è sufficiente per la salvezza, in Giovanni 3,16 quando disse;" chiunque crede in Lui non perisce, ma ha la vita eterna". è meraviglioso essere credenti, comporta la vita eterna, l'eternità con Dio. Ma seguire il cammino del discepolato significa prendere la decisione di aggiungere azione alla propria fede, vuol dire andare oltre l'accettazione degli insegnamenti e comporta la scelta di seguirli e metterli in pratica nella nostra vita quotidiana ed essere disposto anche alla diffusione di questi insegnamenti.
Il discepolo quindi si può definire come uno studente che non si accontenta d'imparare e credere nelle nozioni del maestro, il Cristo, ma cerca e s'impegna di metterle in pratica.
Non tutti i credenti diventano discepoli. Diventare ed essere discepoli ha un prezzo ed un costo da pagare, ma sono i discepoli che diventano il sale della terra e che da 2000 anni hanno continuato a vivere la loro fede e a parlarne ad altri. Molti di questi discepoli di tutte le epoche probabilmente sono rimasti sconosciuti ma non c'è dubbio che nell'ambito del regno di Dio essi sono importanti, perché è grazie a loro che altre persone giungono a conoscere Gesù e la salvezza.
Ed in questo tornando sulla nostra lettura Gesù ci consiglia di contare il costo della nostra scelta. Ci sono delle condizioni da adempiere: 
Gesù disse che prima d'iniziare una costruzione è saggio vedere se hai i soldi materiali per finirla
oppure fa l'esempio di un re che prima di andare in guerra deve fermarsi per riflettere e vedere se ha le forze necessarie per questa, altrimenti è meglio che mandi un'ambasciata di pace.
Ma ora vediamo alle condizioni che hanno a che fare 1)con i nostri affetti. 2) con la nostra vita. 3) con le cose che possediamo.
1) con i nostri affetti- Luca 14-26. Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle e persino la propria vita non può essere mio discepolo. (!)
Che verso forte, che se preso letteralmente potrebbe far sembrare Gesù un po' schizofrenico. Ma come, prima mi parla di amore ed ora di odiare addirittura le persone piùvicine a me. Ovviamente Gesù non è uno schizofrenico altrimenti nessuno di noi potrebbe essere un discepolo. Sta cercando di stabilire un principio spirituale, forse il più importante per un discepolo e cioè che il nostro amore per Lui dovrebbe essere più forte ed importante di tuttle altri amori della nostra vita, un amore verso il quale dovremmo dare la priorità.
Poco prima nello stesso capitolo c'era stato un convito, un invito a cena ma gli invitati non andarono perché impegnati in altre cose del mondo, quali affari e prender moglie.
Così Gesù sta cercando di farci assimilare il concetto delle priorità. La priorità di un discepolo dovrebbe essere verso di Lui. Se riusciamo a fare questo nella nostra vita riusciremo ad amare anche meglio la moglie, i figli, il marito. In queste relazioni si crea spesso un genere di amore che diventa morboso, possessivo e ossessivo nel quale ci si dimentica spesso che se si ama veramente una persona siamo disposti a rinunciare al nostro egoismo affinché questa sia felice.
2)la nostra vita- (e persino la propria vita non può essere mio discepolo) fine versetto 26; 27 " e chiunque non porta la sua croce e mi segue non può essere mio discepolo. La croce al tempo di Cristo era riservata ai criminali ed ai ribelli di Roma. Nel nostro contesto odiare la propria vita e prendere la croce assume un significato ben più profondo e con diverse sfaccettature. Quindi cosa significa per un cristiano? Sicuramente Ha a che fare con l'accettare le prove della vita senza perdere la fede e l'amore, probabilmente diversi di noi hanno un' idea di cosa significa portare la croce nella propria vita. Sicuramente la perdita, la malattia dei propri cari sono prove forti che ci danno proprio l'idea della croce da portare. La vita non è tutta rose e fiori, ci sono anche le spine, ma certi tipi di prove ci sono per tutti, sia per i credenti che per i non credenti e la differenza dovrebbe consistere come si reagisce a queste prove. Un discepolo dovrebbe anche nelle prove se rimane vicino a Gesù essere una testimonianza ed un esempio per gli altri.
Ma per un cristiano a volte c'è una croce aggiuntiva da portare ed è quella della derisione da parte degli altri, della non comprensione, della persecuzione. In Giovanni 15,19,20 Gesù disse" Se foste del mondo, il mondo amerebbe cio' che è suo, ma poichè non siete del mondo, ma io vi ho scelto dal mondo, percio' il mondo vi odia.: se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi, se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra." Cosi' Gesù ci sta avvertendo anche di questo, che a causa sua avremmo delle sofferenze in aggiunta.
Per finire con questo verso
credo che abbia anche qui a che fare con un principio spirituale molto importante e cioè quello di ribaltare le priorità. Se nel mondo è concepito come normale mettere il tuo ego ed il tuo Io al primo posto, per uno che vuole essere un discepolo di Gesù le priorità si rovesciano e devi essere disposto a mettere Gesù e gli altri prima di te stesso. Giovanni il Battista in Giovanni 3,30 dice " Bisogna che Egli cresca e che io diminuisca". La battaglia più grande che abbiamo è con il nostro vecchio uomo carnale, contro il nostro vecchio Io, l'apostolo Paolo se ne rese conto in Romani 7,19, quando disse"il bene che voglio fare non lo faccio e il male che non voglio fare lo faccio", "non c'è amore più grande che dare la tua vita per un amico"Giovanni 15,13. Questo tipo di amore da martire può sembrare spaventoso e umanamente non possibile, e in effetti abbiamo bisogno di Lui per metterlo in pratica, ma se noi facciamo la nostra parte esercitandoci ogni giorno nella nostra vita quotidiana, preferendo Dio e gli altri scopriremo anche la vera gioia. Gesù ci dice che c'è più gioia nel dare che nel ricevere. Atti 20,35. Ricordarsi la parola Joy in inglese che significa gioia ma anche la ricetta per la felicita' : Jesus, others and you
3)le cose materiali-"Cosi' ognuno di voi che non rinunzia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo". Anche qui non vi spaventate, Gesù parla di stabilire delle priorità. A cosa si dà la precedenza, a Dio o alle cose?
Come discepoli determinati ad amare Dio con tutto il cuore, l'anima e la mente, Lui ha la priorità, non le cose, la casa, il denaro, gli investimenti: solo Dio. Gesù non chiese a tutti quelli che volevano essere suoi discepoli di lasciare fisicamente tutti i loro beni terreni. Giuseppe d'Arimatea era ricco ma era anche un discepolo. Dal fatto che fosse definito tale, si può dedurre che mettesse al giusto posto i suoi beni materiali rispetto a Dio. Fu Giuseppe che provvide la tomba per Gesù e uso' la sua influenza per farsi dare il corpo da Pilato. Matteo 27,57-60
D'altra parte, al giovane ricco Egli rivolse una chiamata diversa: "Ti manca ancora una cosa: vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi". Ma egli, udite queste cose, si rattristo' grandemente, perché era molto ricco. Allora Gesù disse"Quanto è difficile per coloro che hanno delle ricchezze entrare nel regno di Dio"Luca 18,22-24. perché? Spesso quando si possiedono tante ricchezze è più difficile dare a esse la giusta priorità rispetto a Dio, specialmente se il Signore ci chiede di rinunciarci o di condividerle con gli altri. I suoi beni avevano la precedenza.
Quindi anche per i beni materiali è valido lo stesso principio delle priorità.
Gesù ci sta chiedendo non solo di essere il Salvatore della nostra vita, ma di essere anche il Signore della nostra vita, e come Signore essere disposti a deporre la nostra vita e le nostre cose più care ai suoi piedi e lasciare che possa essere Lui a gestirle.
Gesù è il salvatore nel nuovo T. si trova una dozzina di volte, mentre Gesù e ' il Signore circa 200. Un discepolo è disposto a fare di Gesù il Signore della propria vita
In ultima analisi il discepolo dichiarando che Gesù è il Signore è disposto a sottomettere la propria vita, quella dei suoi cari e i suoi beni materiali al Signore capendo che tutte queste cose non sono nostre, noi siamo solo degli amministratori delle cose del nostro Signore, e siamo disposti a rinunciare, abbandonare, sacrificare se Lui ce lo chiede
Per molti il cristianesimo non è altro che il mezzo per scampare all’inferno e la sicurezza per andare in paradiso, dopo di che pensano di vivere come gli pare! Gesù ha parlato di condizioni per il discepolato, un vero discepolo segue Gesù secondo come vuole Gesù, alle condizioni di Gesù e non alle proprie.
Cosa sceglierai tu?

di Stefano Giannelli

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