mercoledì 12 dicembre 2012


Immagini di libertà, da Galati 4, 1-20. Stefano Molino

1 Ecco, io faccio un altro esempio: per tutto il tempo che l'erede è fanciullo, non è per nulla differente da uno schiavo, pure essendo padrone di tutto; 2 ma dipende da tutori e amministratori, fino al termine stabilito dal padre. 3 Così anche noi quando eravamo fanciulli, eravamo come schiavi degli elementi del mondo. 4 Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, 5 per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. 6 E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! 7 Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.
8 Ma un tempo, per la vostra ignoranza di Dio, eravate sottomessi a divinità, che in realtà non lo sono;9 ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati conosciuti, come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili elementi, ai quali di nuovo come un tempo volete servire? 10 Voi infatti osservate giorni, mesi, stagioni e anni! 11 Temo per voi che io mi sia affaticato invano a vostro riguardo.
12 Siate come me, ve ne prego, poiché anch'io sono stato come voi, fratelli. Non mi avete offeso in nulla. 13 Sapete che fu a causa di una malattia del corpo che vi annunziai la prima volta il vangelo;14 e quella che nella mia carne era per voi una prova non l'avete disprezzata né respinta, ma al contrario mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù.
15 Dove sono dunque le vostre felicitazioni? Vi rendo testimonianza che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati anche gli occhi per darmeli. 16 Sono dunque diventato vostro nemico dicendovi la verità? 17 Costoro si danno premura per voi, ma non onestamente; vogliono mettervi fuori, perché mostriate zelo per loro. 18 È bello invece essere circondati di premure nel bene sempre e non solo quando io mi trovo presso di voi, 19 figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi! 20 Vorrei essere vicino a voi in questo momento e poter cambiare il tono della mia voce, perché non so cosa fare a vostro riguardo.



Libertà è una di quelle parole passe-partout che qualunque oratore ha interesse ad usare perché sicuramente fa colpo sull'uditorio. Nel bene e nel male è un concetto che affascina, forse perché tutti ci rendiamo conto di essere soggetti a qualcosa, o forse perché abbiamo l'impressione che qualunque organizzazione, lo stato, la chiesa, i partiti, manchino in qualche modo di sufficiente libertà, e quindi ne ricerchiamo.
Tra gli argomenti che Paolo usa per convincere i Galati a confidare esclusivamente in Cristo per la loro salvezza e non nel merito che pensano di avere rispettando minuziosamente la Legge di Dio, vediamo oggi che compare anche quello della libertà. I Galati, ascoltando maestri che sono arrivati in Galazia dopo Paolo, e che si sono contraddistinti per un insistenza sul rispetto di certe parti della legge di Mosè, di fatto rischiano di perdere la loro libertà. Per questo Paolo, tra gli altri, tratta anche questo concetto.
1. Un altro esempio: schiavi degli elementi
L'esempio preso da Paolo non ci è familiare, ma lo capiamo. In una famiglia i figli sono equiparati ai servitori fintanto che non giungono ad un età prestabilita dal padre, che li renda eredi e partecipi dei beni del padre. Analogamente chi è vissuto prima di Cristo ha vissuto in un regime di simil schiavitù, nel senso che era costretto ad obbedire alla legge, divenendone schiavo. Un po' difficile capire l'espressione "gli elementi del mondo", che per alcuni indica le cose più elementari della legge, come le sue regole da seguire, senza pensare, che se prese come unica ragion di vita imprigionano la persona in un sistema cieco di regole in cui non c'è libertà. C'è chi ha voluto andare più in là e pensare alle divinità che nel mondo arcaico erano associate ai vari elementi materiali del mondo (terra, aria, fuoco, acqua), e ritengono che Paolo dica che persino la legge di Dio se male usata, diventa una sorta di potenza malefica che invece che liberare vincola e riduce in schiavitù.
Rispetto a questo mondo la venuta di Gesù ha comportato una rivoluzione straordinaria: ha permesso tanto agli ebrei che avevano trasformato la Torah in un codice giuridico o in un sistema di regole di trovare libertà, quanto ai gentili che magari vivevano adorando elementi della natura, rimanendo ugualmente schiavi di forze impersonali e cieche, di entrare in un meraviglioso regime di libertà. Non sono gli uomini che devono fare sforzi per piacere a Dio, ma Dio stesso, che nella persona di Gesù, nato sotto la legge, quindi consapevole delle esigenze di questo regime, viene a riscattare ed adotta. In questo movimento di Dio verso l'uomo vediamo bene come si muove il Dio uno e trino: il Padre invia il Figlio; e nella persona del Figlio riscatta, dando la vita per gli uomini, perché prende su di sé la maledizione di chi non rispetta la legge, essendo l'unico che l'ha rispettata; nella persona dello Spirito, entra nei credenti facendoli gridare di Gioia: "Papà!" è il grido dei credenti, essendo questo "Abbà" il termine ebraico affettuoso per indicare il padre. Mi è capitato di sentire alcune testimonianze di bambini adottati in età già consapevole. Dai loro racconti ho capito che in molti orfanotrofi c'è una specie di attesa da parte di questi bambini, nella speranza che un giorno qualcuno venga e voglia diventare loro padre e loro madre. Possiamo immaginare la loro gioia quando arriva qualcuno che li adotta a cui possono liberamente dire: "Papà". Vorrei che chiunque sente che la propria vita è mancante, è mutilata, è schiava di qualcosa, sia di una religione che gli fa credere che espletando alcuni riti e rispettando alcune regole sarà in regola con Dio, sia di una sostanza come la droga, sia di un credo che lo condiziona, sia della sua depressione e delle sue emozioni negative, vorrei che sapesse che la libertà è pronta, e che il Padre lo chiama in Cristo alla libertà di gridare: "Papà, Dio, entra nella mia vita!" Come padre mi capita di emozionarmi quando mio figlio mi chiama: "Papà". E' bene che sappiamo che Dio è un Dio che si emoziona quando un uomo capisce che può sottrarsi dalla schiavitù della legge o di altro per diventare figlio di Dio. Perché non nasciamo figli di Dio: lo diventiamo quando chiediamo al Padre per lo Spirito di adottarci in Cristo.
2. Ritorno alla schiavitù.
Il primo esempio riguardava piuttosto gli ebrei, mentre questo secondo riguarda i pagani: questi hanno sperimentato cosa significhi servire false divinità, quindi fare rituali falsi senza ottenerne niente, salvo poi diventare schiavi di questi rituali stessi. Se servire false divinità era un errore scusabile perché dovuto all'ignoranza, non è scusabile passare dalla conoscenza di Dio (avete conosciuto e siete stati conosciuti) al venerare date particolari e giorni, stagioni. Qui Paolo intende probabilmente l'attenzione smodata al rispetto del sabato, atteggiamento che sappiamo essere stato tipico dei farisei, mesi lunari, feste particolari e forse persino anni sabbatici. Sembra paradossale ma è un errore in cui si casca facilmente. Basti guardare la nostra cultura italiana... Ci sono ricorrenze molto belle, che se vissute nel giusto spirito danno gloria a Dio: momenti come il Natale, la Pasqua, mettiamoci anche festività estranee alla nostra cultura cattolica come il Thanksgiving degli americani o la festa della Riforma protestante dei tedeschi, o ancora la Pentecoste che in Italia passa sempre inosservata. Nella nostra cultura queste feste si sono ridotte a simulacri della fede, unici momenti in cui qualcuno va in chiesa, esempi patetici di suddivisione del tempo in sacro e profano... E Paolo parlando di osservanza probabilmente allude proprio a quell'atteggiamento che ci capita di vedere ancora oggi, di osservanza di quaresima, di venerdì santo, o anche del Ramadan dei mussulmani in cui non si mangia carne o grasso, o dall'alba al tramonto, salvo ingozzarsi di pesce ben più caro o altro non appena il tempo lo consente. Non c'è niente di male a istituire giorni di ricordo o a dare un valore al tempo: ma non appena questo diventa osservanza finalizzata alla salvezza ecco che viene meno. La fede va preservata. Ed il modo migliore per preservarla è vegliare continuamente sul rapporto diretto e continuo con Dio, stando attenti a che tutto ciò che si fa di buono, alle giuste opere che il Signore ci ha chiamati a fare, alle persone che si sono aiutate, ai progetti che si sono organizzati, non diventino mai il motivo vero per cui si va avanti o la sostanza della fede: la sostanza della fede è il rapporto con Dio, il fare che consegue non è che il suo frutto. Necessario ma conseguente!
3. L'appello di Paolo: scegliersi le guide giuste
Dopo diverse spiegazioni esempi ed immagini, Paolo passa ad un appello diretto e personale, ricordando il suo passato e le circostanze del suo incontro con i Galati ed il presente in cui invece lo prendono come nemico. Ed è costretto, suo malgrado, a fare un paragone tra lui e i "Costoro", pieni di zelo, ma uno zelo sbagliato. In un passo che apparentemente sembra solo un semplice sfogo Paolo pone un problema enorme per ogni credente che è quello dell'autorità da seguire. Posto che l'unico pastore, l'unico maestro, l'unico fratello maggiore, l'unico padre è Dio nella persona del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è pur vero che sulla terra abbiamo tutti bisogno di guide e che nelle chiese troviamo pastori, dottori, consulenti ed altro. Non siamo vincolati a loro e dipendenti da loro, altrimenti creiamo un nuova ulteriore forma di schiavitù, ma in queste poche parole credo si possano cogliere due grosse verità, che dovrebbero insegnarci qualcosa sulla scelta delle nostre guide.
Attenti agli zelanti. In primo luogo mi pare che Paolo metta in guardia dalle persone il cui zelo è eccessivo e settario. Ci sono persone che parlano di Dio e della fede in modo naturale, sincero e profondo, e che si comportano di conseguenza ed il loro stile spirituale, il loro zelo per il bene risalta. Ci sono persone che invece parlano di Dio ma paiono preda di ossessioni compulsive e il loro zelo sembra più una copertura di loro nevrosi che non il frutto di un attaccamento a Dio. Questo zelo invece che creare unità tra i diversi rami della chiesa, vorrebbe spingere i Galati a separarsi da Paolo che è colui che per primo li ha evangelizzati. E' uno zelo settario, e possiamo semplicemente dire che è bene guardarsi dai troppo zelanti, che finiscono per essere falsi.
Quando uno dice la verità diventa nemico. Paolo non aveva troppi peli sulla lingua e quando diceva la verità finiva per pagarne le conseguenze. Sembra che anche in questo caso, nonostante la sua paternità, il suo amore per i galati sia messo in discussione. Da chiedersi se quando ci arrabbiamo con un qualcuno per quello che ha detto non sia proprio perché ci ha detto la verità. E nello scegliersi delle guide dire la verità è un aspetto prioritario, che permetterà ai Galati di ritornare alla libertà in Cristo.
Conclusione: lacrime e cammelli
Vorrei concludere con due immagini ad effetto, per ritenere quanto abbiamo letto oggi, prendendo due notizie dell'attualità. La prima riguarda la reazione del governo di Morsi, presidente egiziano, a chi ha protestato contro le sue estensioni del suo potere e limitazione di quello della magistratura. I manifestanti temevano di essere privati di molte loro libertà e quindi hanno protestato e sono stati repressi con dei lacrimogeni. Ricordiamoci questo: non perdiamo mai la libertà che abbiamo conquistato in Cristo, pensando che Dio ci ami con delle condizioni diverse da quella dell'accettare Gesù come Signore della vita, e tornando a vecchi altarini: potremmo pagarlo con delle lacrime!
La seconda è ben più ridicola e comica: ho letto che negli Stati Uniti una cittadina è stata paralizzata perché un cammello è fuggito da un circo ed un sacco di gente si è messa ad inseguirlo congestionando il traffico locale. Questa circostanza ridicola mi ha fatto pensare a come la libertà di un animale può mettere in crisi un sistema organizzato e rigiro come quello del traffico americano. Speriamo che la libertà dei cristiani sia in grado di mettere in crisi sistemi di regole che promettono una salvezza automatica anziché poggiare sulla sola grazia di Dio. AMEN.


Nessun commento:

Posta un commento