lunedì 8 aprile 2013


Dio guarisce: Mc 8,22 e Mc 10: 46,52 I due ciechi diversi


Quinto esesto episodio: due ciechi diversi. Mc 8,22 e Mc 10: 46,52.

Ho deciso di commentare insieme questi dueepisodi proprio perché pur trattando della guarigione di una stessa malattiahanno modi ed implicazioni molto diversi. Mi interessa molto rilevare quantogià notato le volte scorse, cioè che le guarigioni non sono tutte uguali, mache hanno spesso delle grandi diversità tra di loro che ci fanno vedere comeDio, anche quando fa la stessa cosa, cioè guarisce, lo fa in modo diverso a secondadi chi ha davanti.
            Osserviamoquindi in cosa differiscono questi due racconti di guarigione di ciechi:

Il cieco di Betsaida
Bartimeo, il cieco di Gerico
·         E' anonimo
·         Viene condotto a Gesù da altri
·         Viene preso per mano e condotto in disparte, nell'intimità
·         La guarigione avviene per contatto, con la saliva
·         Guarigione progressiva, in due tappe: prima alberi, poi nitidezza
·         Ingiunzione di silenzio
·         Ritorna a casa
·         Viene chiamato col suo nome, Bartimeo
·         Va da Gesù da solo, e lotta contro la folla
·         E' guarito in mezzo alla folla
·         La guarigione avviene attraverso una parola: "Va! La tua fede ti ha salvato!"
·         Guarigione immediata

·         Continua a seguire Gesù
·         Da seduto si alza e segue per la via.

1. Guarigionisilenziose.

La prima guarigione è molto simile a quellache abbiamo letto al capitolo 7, riguardante un sordo-muto: ha tutti icaratteri dell'intimità e del contatto personale. Possiamo pensare che questocieco fosse qualcuno che si era rinchiuso in un suo mondo, e che non vedendoera costretto ad affidarsi ad altri, a lasciarsi guidare. Non è lui che prendel'iniziativa di andare da Gesù, ma altri per conto suo. E' molto bellal'immagine che descrive Gesù nell'atto di prendere la mano al cieco. Questocieco costretto a farsi portare per mano un po' da tutti fa quasi venire inmente il cieco della favola di Guy de Maupassant, che racconta la storia di uncieco rimasto orfano e maltrattato dalla sua famiglia; viene usato perspettacoli dove i suoi si divertono a fargli mangiare cose che non riconosce,deridendo il suo difetto. La storia finisce tragicamente, perché questo poverocieco un giorno si perde, muore di freddo ed il cadavere viene ritrovato allosciogliersi della neve da uccelli che ne mangiano gli occhi... E' una storiainventata di fine ottocento, ma potrebbe benissimo costituire il seguitodell'episodio evangelico che Marco ci racconta: un poveraccio che potrebbediventare oggetto dello scherno altrui. Invece, tra le possibili mani che loconducono, incontra quella di Gesù. Il resto dell'episodio consolida quest'ideadi intimità: il contatto con la saliva, la guarigione fatta in disparte, ilritorno a casa. Forse Gesù prevedere che il villaggio in cui abita, in cui glidice di non entrare neppure, anziché rallegrarsi della sua guarigione, potrebbecominciare a speculare sulla natura del miracolo, come succede in un passomolto simile narrato nel vangelo di Giovanni (Gv 9,1-11).
            Iocredo che da una simile guarigione possiamo imparare che Dio ha cura di personemalate e umili, nascoste ai più, che magari rimangono in casa in seguito alloro handicap e che non si notano. Dio si prende cura di loro, e lo fa in unmodo specifico, diverso da persona a persona, prendendosi cura di ognuno dinoi. Perché come abbiamo già detto commentando l'episodio del sordo-muto, siamotutti dei malati spirituali che Gesù cerca e che è pronto a guarire. Alcontempo, chi si trova in questa condizione, e magari nel tempo ha maturato unacerta autosufficienza, si è costruito un suo mondo da cui non vuole uscire, perpaura o per inerzia, possiamo dire: sei pronto a lasciarti prendere per mano daGesù, per andare in disparte con lui e farti guarire? Sei pronto adabbandonarti a lui?
            Maoltre a sottolineare il carattere individuale con cui Gesù si rivolge aciascuno di noi, dobbiamo sottolineare la natura quasi "nascosta" diquesto miracolo, aspetto che può portare molto alla nostra riflessione sullaguarigione: molte guarigioni probabilmente avvengono in modo nascosto, nellecase di persone che non sono note, in villaggi sperduti del mondo. Ci chiediamoquindi spesso perché non avvengano delle guarigioni, o perché ne vediamo cosìpoche - domanda a cui cercheremo comunque di dare una risposta - ma dobbiamoprima ricordarci che forse molte di quelle che avvengono, per quanto non ne abbiamoprova, avvengono in situazioni nascoste e private. In disparte come quella diquesto cieco.

2. Bartimeol'esuberante.
Tutt'altro è il carattere di Bartimeo,mendicante noto al villaggio di Gerico, benché affetto dallo stesso male. E'imbarazzante dire una cosa tanto ovvia, ma sembra che anche il vangelosottolinei che un certo problema fisico, come la cecità, non renda di per séuguali tutti quelli che ne sono affetti. Ognuno reagisce a modo suo. Bartimeo èattivo, sta mendicando denaro, ma quando passa Gesù, di cui lui ha sentitodire, lo chiama facendo quasi una confessione di fede: Gesù, figlio diDavide!". Così dicendo Bartimeo dimostra di aver capito moltosull'identità di questo maestro che ha già operato altri miracoli: dire"figlio di Davide" significa riconoscere in Gesù il messia che dovevavenire. Non solo. Bartimeo non è un cieco che accetta di essere consideratoinferiore per la sua condizione: gli dicono di tacere, ma lui urla ancora piùforte! Non teme il giudizio degli altri e ha capito che sta passando il messia,e che la sua vita in quel momento può cambiare radicalmente. E' Gesù ad essereattratto dal quel grido accorato e a fermarsi. Perché ha visto che inquest'uomo c'è fede, e vuol mostrare che chi crede può.
            Questopasso è per noi un forte incoraggiamento a gridare e a gridare con fede. Mentreil primo, timido e silenzioso è condotto da altri, Bartimeo grida e ha fede. Seil primo passo ci incoraggia facendoci sapere che Gesù va in cerca di persone,anche presentate da altri, questo sottolinea la nostra responsabilitàindividuale nel gridare a Dio e nel credere che può!

            Inoltre,osserviamo che la sua guarigione è sotto gli occhi di tutti proprio perché lafede di Bartimeo è chiara e luminosa. Bartimeo avrebbe potuto lasciare perdere,pensare che Gesù non ha tempo da perdere con un povero cieco mendicante. Invecegrida e dimostra ad ognuno di noi che Dio è pronto ad ascoltare chiunque loinvochi. Il suo modo di essere lo rende immediatamente atto a seguire Gesù, acamminare con lui testimoniando della sua fede. Il cieco di Betsaida, invece,ha forse bisogno di più tempo, di far sedimentare in sé quello che ha vissuto.Non siamo tutti uguali e non siamo tutti chiamati a fare esattamente le stessecose una volta incontrato Dio. Posto che la testimonianza è un dovere, undiritto ed un piacere per tutti, i modi ed i tempi possono differire. Il ciecodi Gerico forse dovrà prima parlare a quelli di casa sua, mentre Bartimeo, notoa tutti, e pronto ad affrontare le folle, è già predisposto per gridare inmezzo alla strada che Gesù è il messia.
            Entrambiperò ci ricordano un fatto centrale, che è poi quello su cui stiamo meditando:che Dio guarisce. In modi diverse, secondo chiamate diverse, nascostamente oapertamente. Però guarisce ieri, ed anche oggi.

3. E quando Dio nonguarisce.

A conclusione di questa ricerca su variepisodi di guarigione non possiamo non notare un fatto che ci riguarda anchepersonalmente. In molti casi benché abbiamo gridato, benché abbiamo pregato,digiunato e chiesto aiuto, benché abbiamo avuto fede e ricercato il volto diDio, le guarigioni non avvengono. Certamente in molti casi si può spiegarequesto con la mancanza di fede, col fatto che si ricorre a Dio solo nei momentidel bisogno e lo si trascura quando si sta bene, ma sarebbe superficialelimitarsi a questo. Ci sono persone la cui fede è indiscutibilmente sincera, oalmeno così sembra, eppure non ottiene la guarigione che spera per sé o peraltri. Nella famiglia di mia moglie è appena deceduta una zia dopo un cancro alseno che per un momento sembrava anche essere guarita, ma che è poi ricaduta.Nella nostra chiesa più di una persona ha perso una persona cara in seguito aduna malattia. Sempre nella nostra chiesa abbiamo una ragazza affetta da una malattiamisteriosa che l'ha resa invalida al 100%, e non c'è mai stata guarigione. Chedire quindi? Che non abbiamo fede? Che non si è pregato abbastanza?
Lontano dal volermi sottrarre dalle nostreresponsabilità, che in qualche modo potranno anche avere il loro peso, vorreilanciare alcune piste di riflessione.

3.1. La guarigione è perla gloria di Dio.
A cosa servono le guarigioni che vediamonei vangeli, o meglio, che senso hanno? Sicuramente dimostrano l'amore di Dionei confronti delle sue creature. Ma il loro senso più pieno è quello di esseresegni della gloria di Dio. Nella concezione biblica del mondo il fine ultimo èla gloria di Dio. Il benessere dell'uomo, quindi la guarigione, non è il fineultimo, perché questo benessere è a sua volta subordinato alla gloria di Dio.L'essere umano è felice non se sta fisicamente bene, perché il mondo è pieno dipersone sane e depresse, ma se dà gloria a Dio. Ci sono casi in cui una morteserena, ed anche se precoce, vissuta nella fede in Dio, può comportare altrettantagloria a Dio di quanto ne comporta un miracolo. Perché se la fede cristianadimostra di vincere la morte, e non solo alcune malattie, il suo messaggio èancora più forte. Non è forse un caso che nel Nuovo Testamento la granmaggioranza delle guarigioni coincide con la conversione delle persone, e nonriguarda gli apostoli o persone della chiesa che hanno già una garanzia per ilfuturo.

3.2. Il contesto conta.
Abbiamo osservato che Gesù svolge pocheguarigioni a Nazaret, suo villaggio di origine, e molte a nella Decapoli o interritori lontani dal suo paese. I pregiudizi nei confronti del figlio di unfalegname, condizionano la possibilità stessa di guarigione per quel luogo. Lostesso si può dire del nostro mondo: la nostra epoca che si vuole moderna,presuppone la razionalità come criterio ultimo di ogni cosa. La fede vi trovapoco spazio e parlare di guarigioni miracolose può suscitare il riso in moltepersone. Non stupiamoci allora se le guarigioni scarseggiano. Noi stessicredenti siamo condizionati da questo contesto. Ma proprio per questo è ancorapiù vero quello che si diceva sopra: una morte serena, accompagnata dallaconvinzione di andare con Dio, può essere nel nostro mondo un messaggio piùforte che quella di una guarigione miracolosa che potrebbe ingaggiare undibattito sull'effetto placebo, il l'autosuggestionamento  e quant'altro.

3.4. Dio è sovrano.
Ultimo concetto importante. Nell'otticacristiana dobbiamo sempre continuare a ricordarci che Dio è sovrano. Ciòimplica che ogni guarigione è comunque una sua grazia, un suo dono che non puòessere preteso... Ci sono cose che non sappiamo spiegare e che non spiegheremomai, perché fanno parte di piani che ci sfuggono. Per quanto doloroso questopossa essere, aggrapparsi alla sovranità di Dio riconoscendo i nostri limiti dicreature è un modo autentico per accettare che non sempre la guarigione puòavvenire.
Ma detto tutto ciò, Dio ha guarito,guarisce e guarirà ancora! 

Nessun commento:

Posta un commento