martedì 14 maggio 2013


Esodo 1. Il popolonumeroso

Introduzione.
Il titolo del libro checominciamo a studiare ha qualcosa di inappropriato: Esodo. Sarebbe forse megliodire E-duzione, che più che fuga dà l'idea dell'essere condotti fuori daqualcosa. Tuttavia si tratta di un titolo che non troviamo nell'originaleebraico che secondo la consuetudine usata per gli altri 4 libri della Torah usale prime parole del libro: "Ecco i nomi...".
Perché ci interessa? L'Esodo perIsraele è una rinascita. Un nuovo nascere abbandonando la schiavitù. Per ognichiesa come anche per ogni individuo e per il popolo di Dio in generale, l'idea di lasciare qualche tipo dischiavitù per rinascere ad una nuova libertà è una sfida continua ed è sempreattuale. E' particolarmente appropriata per chi come noi è giovane,  sente il bisogno di partire versoqualcosa, di avere un motivo per crescere.

1. La condizione degli ebreiin Egitto (1-7). La benedizione della moltiplicazione
Secondo Esodo 12:40 gli ebreihanno passato 430 anni in Egitto, quindi dalla morte di Giuseppe sono passaticirca 400 anni. Questa data basta per spiegare perché il nuovo faraone nonconoscesse niente di Giuseppe e perché la vecchia generazione fosse sparita. Ilnarratore sottolinea tuttavia un dato: dai 70 figli di Israele, "uscitidai lombi di Giacobbe" è venuto fuori un gruppo di persone molto numerosoe fecondo. L'idea di moltiplicazione è sottolineata a più riprese. L'inizio dellibro dell'Esodo insiste proprio sulla realizzazione delle promesse fatte nellaGenesi ai figli di Israele: ricordiamo la promessa fatta ad Abramo (Gn 12,2:13,6 "Come la polvere della terra..."; 15,5 "Come le stelle delcielo") e rinnovata a suo figlio Isacco (Gn 26:4, 24) e a suo nipoteGiacobbe (la scala di Bethel Gn 28, 13-14: polvere della terra). Si trattasempre di una promessa di prosperità, di continuità del nome e di benedizioneche finalmente si è realizzata.
Nonsolo: il faraone ora parla di questi figli di Israele come di un"popolo". Questo termine non si era mai usato per riferirsi agliebrei nella Genesi, perché erano considerati famiglie, figli di patriarchi,personaggi importanti. Ora hanno acquisito la dimensione di popolo.
Questosemplice e meraviglioso fatto è di per sé motivo di incoraggiamento per ilpopolo di Dio. Le promesse del Signore si realizzano. Il nostro Signore nonrisponde sempre subito e non sempre come vorremmo: ma le sue promesse sirealizzano, sia verso il suo popolo di ieri che verso quello di oggi, che è lostesso. A questi ebrei fu promesso che si sarebbero moltiplicati, e chesarebbero diventati forti e questo succede. Non solo, succede che non soltantoper  430 anni, che sono pur sempreun periodo piuttosto corto, ma per mille anni la loro storia procede. Noi oggidobbiamo prendere queste stesse promesse e farle nostre. Soprattutto nella nostra dimensione di chiese nel mondosecolarizzato, post-moderno e post-industriale nel quale la fede conoscecammini difficili. La chiesa cresce esplosivamente in molti paesi del terzomondo e lì la promessa del Signore si realizza pienamente; nei nostri paesiquesta crescita è ben più contenuta, spesso nascosta e facilmente ci sidimentica dei "Giuseppe" che hanno fatto il bene anche della nostrasocietà. Nella nostra Lucca pochi ricordano i meriti di un Pietro Martire Vermigli,di un Bernardino Ochino, di un Giovanni Diodati ed altri che hanno contribuitoa mettere in discussione l'ottusità del cattolicesimo medievale proponendo unafede evangelica autentica e rinnovata. E le loro tracce si sono perse neltempo. Eppure oggi esistono a Lucca delle chiese evangeliche, e sono più unitedi quanto non lo fossero 20 anni fa. Il Signore mantiene le sue promesse econtinuerà a mantenerle!


2. La maledizione dellamoltiplicazione...
Benedizione e moltiplicazione nonsignificano perfezione. Nonostante la crescita sia stata una benedizione perquello che è oramai il popolo di Israele, proprio questa infastidisce ilfaraone che vede in un popolo numeroso una minaccia. Le parole stesse delfaraone sono iperboliche ed esagerate, visto che dice che gli ebrei sono unpopolo più numeroso e più forte degli egiziani. E' ovvio che non è così, èun'accusa eccessiva ed impossibile, perché se così fosse sarebbe molto facileper gli ebrei prendere in mano l'Egitto. Semplicemente, la paura lo porta afare considerazioni allucinate, un po' come Hitler che vedeva negli ebrei lacausa di tutti i mail della Germania, esagerando enormemente la portata dellaloro influenza sul piano economico. Non è quindi un popolo più grande, ma unaminoranza che cresce fortemente. Capita spesso che le minoranze con unmessaggio forte facciano paura e in questo caso il faraone escogita diversemisure vessatorie per limitarne la crescita, ma tutte falliscono: il popolo sicontinua a moltiplicare. Sorveglianza, costrizione alla schiavitù, inasprimentodei lavori... Infine anche il tentativo di eliminare fisicamente  i maschi, una sorta di pulizia etnicache anche in questo caso non riesce.
I dittatori, o comunque gliuomini investiti di poteri forti che hanno interesse a proteggere le loromaggioranze ed i loro popoli usano spesso astuzie nei confronti di minoranzebenedette. Nel corso della storia questo ritornello si ripete nei confronti delpopolo di Dio: la chiesa primitiva è stata pesantemente perseguitata, la chiesanascosta, quella chiamata "eretica" dalle ortodossie ha subitovessazioni simili, ed ha conosciuto moltiplicazione mista a persecuzione.Ultimamente, proprio in relazione all'elezione di un papa che proviene da unpaese in cui le chiese evangeliche hanno avuto un grossissimo successo, diversetestate giornalistiche hanno posto il problema del timore cattolico rispetto alcrescere del fenomeno evangelico - soprattutto di stampo pentecostale.Consapevolezza quindi: le promesse del signore si realizzano e il suo popolocrescerà e si moltiplicherà; tuttavia questo non avverrà senza dolori e con ilrisultato di creare uno stato forte che sopraffarà gli egiziani per vincere illoro paese! Già ai tempi dell'Esodo il messaggio della promessa di Dio eralegato alla libertà spirituale, non al possesso del paese.
Noi che vogliamo annunciare ilvangelo e che aspettiamo la realizzazione delle promesse di Dio, che aspettiamorisvegli in Italia e nel mondo, dobbiamo avere questa consapevolezza: ilrisveglio sarà accompagnato da dolori e da persecuzioni, perché andrà a toccarepoteri forti che non staranno zitti.

3. La fedeltà dellamoltiplicazione

Rispetto al popolo di Israeleemergono da questo racconto le figure di due donne, che vengono anche nominate:Scifrah e Puah. Sono le levatrici, le ostetriche che si occupano di farpartorire gli ebrei, e non è chiaro se si tratta di donne ebree o no, visto chesi potrebbe anche tradurre: "levatrici che si occupano degli ebrei",e che senza problemi fanno un paragone irriverente tra egiziane ed ebreedavanti al faraone. Queste donne trovano modo di disattendere l'ordine delfaraone con un espediente astuto: quel "vigorose" potrebbe ancheessere tradotto come "animale" nel senso che fanno come animali chenon hanno bisogno di ostetriche per partorire. Di queste levatrice viene dettoche ebbero timore di Dio, e che agirono di conseguenza; e che Dio le benedisse.
La storia del popolo di Dioprocede grazie alla grande fedeltà di Dio che sconvolge i piani di azione degliuomini che riesce, attraverso l'opera di persone piccole e minori, come duesemplici ostetriche, a cambiare i piani del faraone. Noi credenti dobbiamoessere consapevoli di questo. Oltre a credere alle promesse di Dio, dobbiamorenderci conto che il nostro timore di Dio si misura con la messa in pratica diquesto timore. Esempi di una vera "disobbedienza civile", nonscendono a compromessi col faraone, e non obbediscono a quelle che impone loro.Questa loro fedeltà è un anello nella catena della moltiplicazione continua delpopolo di Dio. Vogliamo essere anelli importanti della crescita del popolo diDio oggi? Impariamo dalle levatrici il timore di Dio e la conseguente azionecoerente, che rifiuta compromessi ed agisce integramente.

4. L'eco del Nuovo Testamento.
Per quanto possibile cercheremoin questa lettura dell'Esodo di individuare i rimandi al Nuovo Testamento cheesso comporta. Il vangelo di Matteo, scritto per lettori del giudaismopalestinese, quindi per le sinagoghe, ha il fine di mostrare Gesù come nuovo Mosè,ed i paralleli con il libro dell'Esodo sono numerosi. Ricordate il passo della"strage degli innocenti" fatta da Erode? Ne parla solo Matteo deiquattro vangeli (Matteo 2: 13-18) e serve a ricordarci questa veritàfondamentale: ogni nuova nascita, ogni esodo da una vita vecchia ad una vitanuova ha aspetti dolorosi. Le forze del male, che in questi episodi sonoincarnate dallo strapotere politico del faraone e di Erode si scatenano,facendo appunto stragi di innocenti. Che ne sarà di questi bimbi uccisi daErode? E di quelli uccisi da faraone? La venuta di un liberatore come Mosèprima e di Cristo dopo sono segnate da inevitabili resistenze. Ma il messaggiofinale è che Dio ha la situazione in mano, che guida da dietro tutto e che lasua azione trionferà. Il popolo sarà liberato dalla schiavitù egiziana; ed ilpopolo palestinese capirà che il vero messaggio non è essere liberatidall'invasore romano, ma trovare la salvezza in Cristo Gesù, che è una salvezzaancora più grande. E' una libertà da noi stessi, dal peccato di cui tutti siamovittime responsabili, che ci consente l'accesso ad una nuova vita di amiciziacon Dio. Abbiamo tutti bisogno di un esodo. Di una e-duzione, che ci porti viadalla pochezza del nostro io per farci scoprire la grandezza di Dio.

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