martedì 14 maggio 2013


Genesi 2


1 Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro. 2 Il settimo giorno, Dio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta.



Il settimo giorno è il giorno del riposo di Dio ed in genere quando si parla di creazione si rschia di focalizzare tutta l'attenzione sull'opera creata dando meno importanza a questo giorno in cui Dio si riposa. A ben guardare, anche per il suo numero, simbolo di perfezione, si tratta del giorno per eccellenza, quello in cui tutto culmina. 
Mentre è poco importante che sia di sabato, di domenica o di altri giorni, è molto importante capirne il senso. Viene infatti detto che è un giorno benedetto e santificato. Capire il senso profondo del 7 giorno significa quindi ricevere delle benedizioni: sentire che Dio approva e dice del bene, si rallegra di quello che abbiamo fatto. E significa vivere in modo santificato, cioè ben centrato sull'unico perno dell'universo: Dio stesso, che ci riserverà un rapporto particolarmente fecondo e profondo con lui. 

1. Il giorno del completamento e del riposo. 
La prima cosa che ci viene detta è che Dio nel settimo giorno "compì" l'opera che aveva fatta. Non è del tutto chiaro cosa significhi visto che ha già finito di fare tutto, e potremmo capirlo come un portare a compimento, completare. Ma in che senso? Cosa mancava ancora a quella creazione? Possiamo immaginare che questo compimento finale, dopo il quale Dio si riposa, sia un po' come la firma che un architetto o un ingegnere mettono alla fine di un progetto: non sono parti ulteriori del progetto, ma segni che indicano che l'opera appartiene loro. E' solo un'immagine, ma credo proprio che questo completare da parte di Dio stia ad indicare una specie di sua appropriazione di quanto fatto, una contemplazione della bellezza di quest'opera di cui ha già detto sei volte che era buona. Non a caso adesso Dio può riposarsi. E' un'immagine curiosa quella di Dio che si riposa, visto che in genere immaginiamo Dio come lontano dalla vicissitudini umane, quindi non soggetto a fatiche o affanni. Ma credo sia molto bello vedere Dio come una persona che dopo una grande attività durata forse solo sette giorni e forse qualche miliardo di anni, si ferma, mette una firma e si riposa. 

Noi viviamo in un mondo in cui tutto corre, e noi corriamo dietro a questo mondo che corre; abbiamo lavori da fare, orari da rispettare, entrate nei posti di lavoro, merce o lavori da consegnare, scadenze da rispettare. Il riposo è spesso concepito come il momento in cui si dorme su un letto, in cui si smettono le attività che stiamo facendo. E' difficile che ci fermiamo a contemplare quello che abbiamo fatto. E' difficile che troviamo la capacità di osservare il lavoro da noi svolto pensando a quanto sia stato utile, a quanto potrà servire a se lo abbiamo svolto come un atto creativo di cui ora ci riposiamo non tanto per staccarcene, ma per completarlo ed appropriarcelo. Tuttavia la domenica è il giorno in cui molto della nostra società si ferma; non completamente, ma per molte persone. Sarebbe veramente bello che la domenica non ci si fermasse maledicendo il lavoro che facciamo, ma che ci si fermasse pensando a quanto è importante il contributo che abbiamo occasione di dare. 

2. Il giorno della benedizione e della santificazione, che non finisce... 

Ci viene anche detto che proprio perché si riposò in questo giorno Dio benedisse e santificò questo giorno. Cerchiamo di dare un senso chiaro a questi due verbi. Dire che Dio benedice questo giorno significa dire che è un giorno destinato a fare percepire il suo favore, la sua presenza, la sua bontà, in modo speciale. Ovviamente il giorno in sé non ha niente di particolare, ma se la continuità della settimana lavorativa viene interrotta da un momento che impone il riposo, la contemplazione, ecco che questo giorno comincia a portare dei frutti: è un giorno in cui si ha il tempo di fermarsi e di pensare, per riposarsi e per apprezzare il valore stesso di quello che si è fatto. E per noi, si tratta di un fermarsi a contemplare quello che Dio ha fatto. E' inoltre un giorno santificato, quindi consacrato ad uno scopo particolare: quello di dare gloria a Dio, di permettere l'incontro speciale con lui. 

Attenzione però. Di primo acchito saremmo portati a dire che questo giorno è uno dei giorni della settimana e che quindi durante quel giorno capita qualcosa di speciale, per cui è opportuno lodare Dio, santificarlo e lodarlo. In realtà la particolarità di questo giorno è che si tratta di un giorno "aperto". Mentre di tutti gli altri giorni si dice che fu sera e poi fu mattina, alla fine di questo giorno non viene detto niente... Il settimo giorno è un giorno veramente particolare perché non è un giorno che è iniziato e che non finisce più! Dio ha smesso di creare, ed ora vive e si riposa benedicendo e santificando la terra che ha creato! Il suo riposo è ben lontano dal sonnellino pomeridiano; si tratta di un riposo attivo che riversa benedizioni su tutta l'opera creata. 

3. Entrare nel riposo di Dio. 

Tuttavia la storia non è andata come avrebbe potuto. Dio benedice il settimo giorno, quindi benedice la storia che è cominciata, la linea temporale lungo cui ci collochiamo. Ma qualcosa è andato storto. L'uomo, come visto, ha scelto di vivere indipendentemente da Dio, di creare le sue leggi. Di voler essere a Dio nel determinare il bene ed il male, creando un universo di padreterni che decidono cosa sia bene e cosa no, relativizzando la gravità del male e la bellezza del bene. Questo ha comportato che l'umanità intera che avrebbe potuto vivere nel riposo di Dio, ne è uscita fuori, vivendo una vita ridotta e riduttiva, in una dimensione per cui non è stata creata. L'autore dell'epistola agli Ebrei citando il Salmo 95 parla quindi di questo riposo di Dio riferendosi al popolo di Israele nel deserto, ma pone un problema che riguarda tutta l'umanità. 

Ebrei 4: 8-11 Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. 9 È dunque riservato ancora un riposo sabbatico per il popolo di Dio. 10 Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa anch'egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie.
11 Affrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza. 

Il mondo in cui viviamo, fatto di conflitti, tensioni, malattie, guerre e mille altre cose che offuscano non poco la bellezza di quel mondo che Dio durante il settimo giorno contemplava riposandosi, è il frutto di questa nostra uscita collettiva dal riposo di Dio. Abbiamo lasciato il riposo di Dio per entrare nella fatica umana, scegliendo il male invece del bene, la morte invece della vita. Ma la grandezza di Dio sta in questo: che in Cristo, nel nuovo Adamo, è possibile rientrare nel riposo di Dio. E' possibile tornare in uno stato di benedizione e consacrazione di tutta la vita e non di un solo giorno alla settimana, fatto di comunione profonda con il nostro creatore e di ritorno ad una condizione di creaturalità appagata e felice: bisogna accettare che Dio ha fatto per noi quello che nessuno poteva fare, facendo morire suo figlio in croce per i nostri peccati. Dio ha pagato il prezzo che nessuno poteva pagare, ha compiuto quella fatica che nessuno poteva compiere. Per questo adesso possiamo entrare nel suo riposo, riposandoci dalla nostre opere: perché non dobbiamo faticare per essere salvati. C'è una certa asimmetria tra uomo e Dio in questo riposarsi. Dio ha realmente lavorato e si riposa; per noi invece entrare nel riposo sabbatico significa ritrovare la pace con Dio senza aver fatto delle opere particolari, ma semplicemente accettando gratuitamente la sua salvezza. 
Perché sforzarsi? Perché arrivare alla fede e capire che tutto è gratuito è uno sforzo enorme. Capire che non contiamo niente e che possiamo solo entrare nel riposo di Dio, è un lavoro ed uno sforzo enorme, che oltrepassa la nostra intelligenza. 

Oggi è domenica. Contempliamo la creazione di Dio e difendiamola perché è un'opera meravigliosa. Viviamo vino in fondo il riposo dai nostri lavori, cercando di capirne il valore profondo. Ma soprattutto, riposiamoci con Dio in una salvezza eterna che comincia sulla terra e continua per l'eternità.

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