Esodo 22: Persone o cose?
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Continua il nostro viaggio tra le leggi antiche della parte centrale dell’Esodo, ed anche oggi, dietro leggi peculiari e piene di elementi non più presenti oggi, cogliamo principi di saggezza divina a cui possiamo ispirare la nostra condotta.
L’insieme di queste leggi fa pensare a due verità di cui tenere conto ancora oggi, opposte ma entrambe valide: in primo luogo, l’uso di ogni bene comporta una responsabilità. I beni nostri e quelli degli altri sono preziosi, spesso – proprio in virtù del comandamento non rubare - sono il frutto di quella nobile fatica che è il lavoro. Rubare è sbagliato ed è giusto che il furto venga punito. Tuttavia nessun bene è superiore ad un essere umano. Sembra una verità molto banale, ma uno sguardo alla cronaca di può fare notare quanto sia smentita: per le proprietà, il possesso di oggetto, i furti si commettono crimini, e siamo abituati a difendere con i denti ciò che abbiamo. Possiamo ricordare che Gesù disse: “a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello” (Matteo 5,40). Il furto, l’arroganza, la violenza indispettiscono e provocano altrettanta collera. Ma lo sforzo dell’amore che Gesù richiede consiste nel vedere dietro al sottrattore di beni la persona creata da Dio, che è più di un oggetto. Per questo nell’antico testamento la massima pena per un furto è la restituzione maggiorata, ma mai la vita.
Forse un elemento che accomuna questi tre peccati è proprio la loro attualità: un’indagine rivela una certa quantità di uomini politici che consulta i maghi per prendere le loro decisioni e che 4 italiani su 10 si recano dal mago. Ho letto anche di una notizia della nascita in Danimarca di “bordelli animali” , anche se non si capisce che è una bufala. Inutile sottolineare la profusione di falsa religione che accompagna la giustissima laicità. Nessuno si sognerebbe oggi di mettere a morte chi fa queste pratiche, tuttavia rendersi conto della loro gravità sarebbe un’iniezione di saggezza per il nostro mondo pseudo-laico, ed in verità molto religioso e superstizioso in forme nascoste e striscianti. Cogliamo allora da questi passi l’esortazione a condannare queste pratiche e ad allertare laddove scoprissimo che vengono in qualche modo praticate.
Gesù, parlando del non preoccuparsi troppo del domani e di come sopravvivere disse: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” (Mt 6, 33). Dopo la lettura di queste leggi disparate, che riguardano i beni materiali, gli esseri umani, e qualche grossa distorsione della realtà, c’è un principio che governa tutta la vita della fede: cerchiamo prima il suo regno e la sua giustizia. Cercare il regno significa considerare gli uomini più delle cose, risarcire danni, servire i deboli e non dare mai a niente più importanza dell’Altissimo. A Lui punta tutta la legge. AMEN
Continua il nostro viaggio tra le leggi antiche della parte centrale dell’Esodo, ed anche oggi, dietro leggi peculiari e piene di elementi non più presenti oggi, cogliamo principi di saggezza divina a cui possiamo ispirare la nostra condotta.
- 1. Persone o cose? (1-15)
L’insieme di queste leggi fa pensare a due verità di cui tenere conto ancora oggi, opposte ma entrambe valide: in primo luogo, l’uso di ogni bene comporta una responsabilità. I beni nostri e quelli degli altri sono preziosi, spesso – proprio in virtù del comandamento non rubare - sono il frutto di quella nobile fatica che è il lavoro. Rubare è sbagliato ed è giusto che il furto venga punito. Tuttavia nessun bene è superiore ad un essere umano. Sembra una verità molto banale, ma uno sguardo alla cronaca di può fare notare quanto sia smentita: per le proprietà, il possesso di oggetto, i furti si commettono crimini, e siamo abituati a difendere con i denti ciò che abbiamo. Possiamo ricordare che Gesù disse: “a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello” (Matteo 5,40). Il furto, l’arroganza, la violenza indispettiscono e provocano altrettanta collera. Ma lo sforzo dell’amore che Gesù richiede consiste nel vedere dietro al sottrattore di beni la persona creata da Dio, che è più di un oggetto. Per questo nell’antico testamento la massima pena per un furto è la restituzione maggiorata, ma mai la vita.
- 2. Dote e matrimonio (16-17)
- 3. Tre cose gravi: magia, perversione, idolatria.
Forse un elemento che accomuna questi tre peccati è proprio la loro attualità: un’indagine rivela una certa quantità di uomini politici che consulta i maghi per prendere le loro decisioni e che 4 italiani su 10 si recano dal mago. Ho letto anche di una notizia della nascita in Danimarca di “bordelli animali” , anche se non si capisce che è una bufala. Inutile sottolineare la profusione di falsa religione che accompagna la giustissima laicità. Nessuno si sognerebbe oggi di mettere a morte chi fa queste pratiche, tuttavia rendersi conto della loro gravità sarebbe un’iniezione di saggezza per il nostro mondo pseudo-laico, ed in verità molto religioso e superstizioso in forme nascoste e striscianti. Cogliamo allora da questi passi l’esortazione a condannare queste pratiche e ad allertare laddove scoprissimo che vengono in qualche modo praticate.
- 4. I deboli (21-27) : e gridano a me, io udrò
- 5. Dio al di sopra di tutto.
Gesù, parlando del non preoccuparsi troppo del domani e di come sopravvivere disse: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte” (Mt 6, 33). Dopo la lettura di queste leggi disparate, che riguardano i beni materiali, gli esseri umani, e qualche grossa distorsione della realtà, c’è un principio che governa tutta la vita della fede: cerchiamo prima il suo regno e la sua giustizia. Cercare il regno significa considerare gli uomini più delle cose, risarcire danni, servire i deboli e non dare mai a niente più importanza dell’Altissimo. A Lui punta tutta la legge. AMEN
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