venerdì 17 gennaio 2014


Dove abita Dio?

Luoghi di culto Aggeo 2: 3-9  (per leggere Aggeo capitolo 2 clicca qui:http://www.laparola.net/testo.php?versioni[]=C.E.I.&riferimento=Aggeo2)
Per la prima volta ci riuniamo oggi in questa casa che per qualche anno sarà il nostro luogo di culto. La concezione che abbiamo oggi di “luogo di culto” è molto diversa da quella che ne avevano nell’Antico Testamento, e le parole di Gesù prima e degli apostoli poi insegnano chiaramente che Dio non abita in templi fatti dalle mani degli uomini, e che il vero tempio sono le persone. Tuttavia una lettura di un antico profeta come Aggeo che parla del tempio del Signore, quindi del luogo in cui materialmente Dio aveva scelto di essere rappresentato sulla terra, mi pare opportuna per cominciare questo anno nuovo in un luogo nuovo. Saltiamo il capitolo primo del libro nel quale il profeta riprende aspramente il popolo per il suo individualismo:  scarsa disponibilità a fornire i materiali per il tempio ma grande cura per le loro case. Nel secondo capitolo dalla riprensione si passa all’incoraggiamento.  
1. Coraggio: 4 Ora, coraggio, Zorobabele - oracolo del Signore - coraggio, Giosuè figlio di Iozedàk, sommo sacerdote; coraggio, popolo tutto del paese, dice il Signore, e al lavoro, perché io sono con voioracolo del Signore degli eserciti -5 secondo la parola dell'alleanza che ho stipulato con voi quando siete usciti dall'Egitto; il mio spirito sarà con voi, non temete.
Dio, dopo aver ripreso ed accusato il popolo per bocca di Aggeo lo rassicura. La perfetta mescolanza di esortazione diretta all’azione, con la garanzia della presenza divina fanno di questo passo una delle parole più incoraggianti e rinvigorenti dell’Antico Testamento. Sono una sorta di energetico, antidepressivo e ricostituente che dovremmo leggere ogni volta che dobbiamo intraprendere un lavoro, che iniziamo qualcosa di nuovo o che, semplicemente, siamo scoraggiati. Il Signore ci dice: coraggio! Non mollare! Altri traducono: “sii forte!”. E poi: mettiti al lavoro. La fede non è solo un ricevere da Dio garanzie e certezze sulla sua esistenza, ma anche un agire. Un mettersi al lavoro, in questo caso per la gloria di Dio, per un tempio, per un luogo che lo rappresenti sulla terra. Anche se non crediamo certo che Dio sia qui tra queste quattro mura, siamo convinti che queste sono funzionali al suo regno. Crediamo che queste ci serviranno per dargli gloria, ed allora è importante che ognuno di noi prenda seriamente a cuore questo posto. Che contribuisca, che dia, che pulisca, si impegni, faccia di tutto perché questo luogo possa essere utile all’opera del Signore.
 2. Dio e lo splendore: arte, bellezza e beni per la gloria di DioAncora un po' di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma. 7 Scuoterò tutte le nazioni e affluiranno le ricchezze di tutte le genti e io riempirò questa casa della mia gloria, dice il Signore degli eserciti. 8 L'argento è mio e mio è l'oro, dice il Signore degli eserciti. 9 La gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti
La profezia dice che il Signore scuoterà la terra. Non credo si tratti di un scossa di terremoto, ma piuttosto di una scossa morale, di una scossa che deriva dalla predicazione della parola di Dio. Da questa scossa verrà fuori che le ricchezze affluiranno verso la casa di Dio. Ora, noi non diamo valore speciale alle cose materiali ma è importante capire che nella Bibbia la materialità non è mai disprezzata o screditata a favore della spiritualità. Materiale e spirituale, spirito e corpo, si compenetrano e si completano. Se i templi fatti dagli uomini perdono ogni benedizione e privilegio quando vengono usati per la gloria dell’uomo o per scopi dubbi – si pensi alla purificazione del tempio da parte di Gesù – in sé non sono un male, anzi. Certamente i contemporanei di Gioele hanno fatto male a screditare il nuovo tempo perché inferiore al primo rispetto alla bellezza esteriore; tuttavia i beni anche materiali, lo splendore le arti, tutte queste cose in sé possono essere usate per la gloria di Dio ed affluiranno, è detto, nella casa del Signore. Se il lusso e le ricchezze messe a servizio di pochi ci indignano, le stesse usate per l’utile comune o per la gloria di Dio non ci devono spaventare. Esse appartengono al Dio che rivendica come suoi l’argento e l’oro.  Ora, questo nostro appartamento non è certo un tempio sontuoso, né qualcosa di particolarmente importante per l’estetica. Ma sarà nostro dovere renderlo confortevole, bello gradevole per chi viene. E soprattutto sarà importante per noi che nella sua materialità è uno spazio che permette l’avanzare del regno di Dio e che aumenta la gloria di Dio. Questo è quello che ricerchiamo e che ci deve spingere a prendercene cura come se fosse casa nostra.
3. La ricerca della pace. ; in questo luogo porrò la pace.
L’ultima promessa che viene fatta rispetto al nuovo tempio è che in esso ci sarà pace. Una simile promessa per gli ebrei che erano reduci da un esilio e che avevano dovuto fronteggiare diversi avversari, interni ed esterni è molto forte. Il tempio non deve essere causa di divisione, ma di pace, di prosperità.
Io sogno che questo luogo possa essere una casa di pace. Di pace tra Dio e gli uomini per coloro che il Signore chiamerà attraverso l'uso di questo luogo. Perché il vangelo, l’annuncio del regno di Dio, in primo luogo è l’annuncio di questa buona notizia: è possibile in Gesù “fare pace” con Dio. Dio è adirato contro l’ingiustizia umana, contro le prevaricazioni, gli abusi, le guerre, i femminicidi, e più semplicemente contro l’autonomia umana che non è che una forma di divinizzazione della creatura. Ma Gesù è venuto per morire al posto nostro, prendendo su di sé i nostri peccati, permettendo possibile la pace tra uomo e Dio. Io prego che questo luogo sia usato perché più donne e uomini possibile possano trovare pace con Dio.
 Sogno che sia un luogo di pace tra di noi. Purtroppo in molti casi la sfida di vivere una fede comune, in modo rigoroso e impegnato porta anche a dividersi, a scontrarsi. Io prego perché invece questo luogo possa essere un collante che ci unisca di più, che permetta momenti di incontro e comunione che ci leghino.
Infine prego che sia un luogo di pace per chiunque entra pur non facendo parte di questa chiesa. Che possa trovare in questo luogo fisico pace, serenità, magari tempo per riflettere, silenzio per pregare, ed anche convivialità ed accoglienza. Questo è il senso pieno della pace e quando la materialità di un luogo serve ad incoraggiarla allora possiamo dire che tutto, l’or, l’argento, ma anche le pietre i mattoni, le persone sono di Dio.



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