domenica 3 novembre 2013


Esodo 7. Contro la creazione

23 giugno 2013 alle ore 17.27
 

Punto della situazione: qual è il peccato di faraone
Facciamo un breve punto della situazione: ci troviamo in una fase del racconto importante, perché viene introdotta una nuova lunga sezione, quella delle piaghe. Vale la pena quindi ricordare il perché di queste piaghe, e in cosa consista esattamente il peccato di faraone. Dio non ce l'ha né con gli egiziani, né in particolare con i faraoni. Nel libro della Genesi Giuseppe trova rifugio presso l'Egitto e diventa amico del faraone di quel tempo con grosse benedizioni sia per l'Egitto che per i figli di Israele. Il libro dell'Esodo comincia sottolineando la realizzazione delle promesse fatte da Dio nel libro della Genesi: il popolo di è moltiplicato, è cresciuto. La creazione descritta nei primi capitoli è esplosa in una moltiplicazione che ha dato vita ad un popolo. Ma il presente faraone lo vuole annientare. Vorrebbe distruggere la creazione, agire come forza distruttrice. E' in questo il suo peccato. Possiamo allora dire che Dio si oppone a qualsiasi ideologia distruttrice della creazione, disumana in quanto contraria a quella vita che Dio stesso ha creato. Nei primi capitoli il faraone tenta infatti di bloccare la crescita di questo popolo, di sterminare i suoi primogeniti e di fermare quindi il procedere della creazione. Per questo è punito.


1. Parlare contro le forze distruttrici
Il capitolo comincia con un'affermazione teologicamente molto forte: "Io ti faccio come Dio per i faraone, ed Aronne sarà il tuo profeta". Non è poco da parte di Dio dire che un uomo sarà come un Dio, e che avrà dei profeti che parlano per bocca sua. In qualche misura è un anticipo dell'incarnazione che sarà completa in Cristo molti anni dopo, ma ci serve ad avvicinarci ad un'idea forte del libro dell'Esodo: Dio si avvicina all'uomo, entra in contatto con lui e lo rende più vicino a Dio. Quindi più uguale a Dio. Lo rende pienamente partecipe del suo piano. Dio potrebbe mandare direttamente le piaghe sull'Egitto, senza passare da questi numerosi dialoghi tra Mosè e Aronne con faraone, schiacciando così le forze anti-creazionali del faraone. Preferisce farlo implicando Mosè ed Aronne a partecipare al progetto di Dio, e dice chiaramente che agiscono come rappresentanti di Dio.
Se noi nella nostra società abbiamo la forza ed il coraggio di parlare contro quelle forze disgregatrici e disumane che agiscono nel nostro mondo, se diciamo di no alla pena di morte, se diciamo di no alla violenza e alla guerra, se ci alziamo in difesa di deboli ed oppressi è proprio perché sentiamo che queste forze agiscono contro un progetto divino ben preciso: fare crescere e moltiplicare la vita sulla terra, e poi farle conoscere chi è il vero Dio.
Nel nostro mondo esistono degli ambasciatori. Questi hanno il ruolo di rappresentare un intero paese agli occhi di un altro, quindi se l'ambasciatore della Turchia dice qualcosa alla stampa italiana, si fa portavoce della Turchia, di quel governo e di tutti i turchi. Forse ci sembra strano, ma Dio chiede a chi lo riconosce e vive per lui di essere suo rappresentante, e magari di mandare in giro anche qualche profeta per affermare la sua verità. Annunciamo allora il vangelo: contro le forze disgregatrici del mondo esiste la forza di Dio che ha creato il mondo, e ha dato suo figlio per lui per ri-generarlo una volta che questo si è allontanato da lui.


2. Parlare annunciando un giudizio
Indurimento divino ed umano 7,3 e 7,13 7, 22
Quando il male raggiunge il suo culmine Dio interviene in modo drastico. Abbiamo già parlato dell'indurimento che si produce nel cuore di faraone, ma ci torniamo. Interessante in questo capitolo osservare due aspetti. Dio dice al v. 3 che egli indurirà il cuore del faraone e che moltiplicherà segni e prodigi. Tuttavia, quando leggiamo il racconto notiamo ai vv. 13 e 22 che il cuore del faraone si indurì. Non viene detto che sia stato il Signore ad indurirlo, come invece accadrà più avanti. Possiamo allora dire che il faraone si indurisce da solo, con piena responsabilità e per colpa solo sua, e che Dio, proprio per questo suo indurimento accentua, incrementa questo indurimento perché la punizione che ne deriverà sia ancora più prolungata e incisiva. C'è un chiaro controllo di Dio su ogni situazione, ma una chiara responsabilità di ogni uomo nel fare il suo male individualmente.
Ci piacerebbe poter essere categorici e dire che tutto dipende da Dio o tutto da faraone. Ma non è così. Vediamo che il controllo divino è misto alla responsabilità umana e questo ci deve far capire bene due cose. Primo, che Dio non si accanisce contro nessuno in modo arbitrario. Secondo , che quando un essere umano si erge come sterminatore della vita, come forza contraria alla creazione che Dio ha voluto, prima o poi Dio interviene. Ci sono dittatori che hanno rovinato popoli, e che apparentemente continuano a farlo. Altri invece rovinano, come Gheddafi, Hitler, o Mussolini. Chissà cosa ne sara di Bashar El Assad. Ma è importante dare un messaggio di speranza: i distruttori della creazione non avranno l'ultima parola. Dio prima o poi interverrà. E non interverrà solo sul piano politico. Il peggio distruttore della vita che conosciamo è Satana, colui che la Bibbia inquadra come il nemico di Dio, colui che fa di tutto per allontanare dalla vera vita l'umanità. Se Mosè rappresenta DIo, il faraone in qualche modo rappresenta il maligno, il male distruttore. Il vangelo dell'Esodo sta nel dire che questo male sarà abbondantemente sconfitto. Con indurimenti di cui pagheranno le conseguenze tutti gli uomini. Ma non avrà l'ultima parola.


3. Il carattere premonitore dei segni e delle punizioni.
Veniamo ora ai segni veri e propri. In questo capitolo abbiamo un primo segno, quello del serpente, ed una prima piaga, che anticipa lo schema delle successive. E' importante notare il carattere premonitore e simbolico di entrambi. Il bastone che diventa serpente, dovrebbe servire a faraone a capire che gli inviati di Dio che hanno davanti hanno in mano la morte e la vita: il bastone simbolo di guida e correzione, diventa un serpente simbolo di morte. Ma il faraone si rifiuta di capire questo e fa ripetere lo stesso atto ai suoi maghi. Il fatto che i serpenti prodotti dai maghi vengano ingoiati da quello di Aronne non sta ad indicare la superiorità di questo, come se si trattasse di una guerra tra chi è più forte: anticipa un fatto ben più grave per gli egiziani: il verbo "inghiottire" è usato in seguito per parlare del mare rosso, che inghiotte gli egiziani. In altri termini: volete sterminare la creazione che Dio ha fatto? Sarete anche voi sterminati! Curioso anche l'episodio dell'acqua mutata in sangue, ed a suo modo paradossale: due simboli eminenti di vita, nel momento in cui si sovvertono le categorie creazionali diventano simboli di morte. Il sangue è vita quando circola nelle vene di alcuni esseri viventi, e l'acqua è vita quando può essere bevuta. Ma se tutto diventa sangue, c'è una sorta di impazzimento sregolato della natura, che non permette più la vita. In questo senso è ridicolo che i maghi egiziani facciano anche loro la stessa cosa, perché questo produce la loro stessa morte...
Questo impazzimento della natura, che noteremo soprattutto nelle altre piaghe ci deve far pensare al carattere premonitore di quello che accade nella natura e attraverso la natura, e a ciò che questo implica. Faccio un piccolo esempio. Siamo soliti pensare alla natura come qualcosa di bello, che contempliamo ed ammiriamo. Pensiamo però al terremoto che abbiamo sentito due giorni fa: è natura anche quella, non è altro che lo sfregare di rocce sotterranee... Pensiamo anche alle catastrofi ecologiche che hanno trasformato la natura, rendendo acque imbevibili, ed arie irrespirabili (proprio come le acque del Nilo in questo episodio). Stiamo rendendo il mondo proprio simile a questo Nilo imbevibile. E stiamo rendendo alcuni oggetti fisici, come le onde radio, simili a serpenti minacciosi che mettono a repentaglio la nostra vita... La sregolatezza della natura doveva far riflettere faraone, perché tutto quello che vedeva erano segni di una punizione sicura, se avesse continuato ad indurirsi , vietando agli ebrei di partire. Ma il modo in cui noi stiamo rovinando il mondo deve far riflettere anche noi, perché rischiamo ugualmente di farci del male. Il vangelo dell'Esodo quindi, se in primis ha una portata spirituale fondamentale, non scorda di parlarci anche della natura stessa. Certo, non nel senso in cui la intendiamo oggi: il problema del faraone non era quello dell'inquinamento. Ma lo spettacolo di una natura alterata che annuncia la morte è per lui un messaggio, e lo spettacolo analogo di una natura rovinata, senza che ci siano in questo piaghe divinamente mandate, deve fare pensare anche noi. Perché il rispetto dell'ambiente è anche rispetto di quella creazione che Dio ha fatto.

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