mercoledì 16 maggio 2012


Atti 18:23-28 e Atti 19:1-20

23 Dopo aver trascorso  un po' di tempo, ripartì percorrendo successivamente le regioni della Galazia e della Frigia, confermando nella fede tutti i discepoli.

Apollo ad Efeso e a Corinto
24 Or un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo eloquente e ferrato nelle Scritture, arrivò ad Efeso. 25 Costui era ammaestrato nella via del Signore e, fervente di spirito, parlava e insegnava diligentemente le cose del Signore, ma conosceva soltanto il battesimo di Giovanni. 26 Egli cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Ma, quando Aquila e Priscilla l'udirono, lo presero con loro e gli esposero più a fondo la via di Dio. 27 Poi, volendo egli passare in Acaia, i fratelli loincoraggiarono e scrissero ai discepoli che l'accogliessero. Giunto colà, egli fu di grande aiuto a coloro che avevano creduto mediante la grazia. 28 Egli infatti confutava con grande vigore i Giudei pubblicamente, dimostrando per mezzo delle Scritture che Gesù è il Cristo.

Terzo viaggio missionario di Paolo; l'evangelo predicato ad Efeso
1 Ora, mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le località più alte del paese, giunse ad Efeso e, trovati  alcuni discepoli, disse loro: 2 «Avete ricevuto lo Spirito Santo, quando avete creduto?». Quelli gli risposero: «Non abbiamo neppure udito che vi sia uno Spirito Santo». 3 E disse loro: «Con quale battesimo dunque siete stati battezzati?». Essi risposero: «Col battesimo di Giovanni». 4 Allora Paolo disse: «Giovanni battezzò con il battesimo di ravvedimento, dicendo al popolo che dovevano credere in colui che veniva dopo di lui, cioè in Cristo Gesù». 5 Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù. 6 E, quando Paolo impose loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro e parlavano in altre lingue e profetizzavano. 7 Or erano in tutto circa dodici uomini. 8 Poi egli entrò nella sinagoga e parlò con franchezza per tre mesi, discutendo e persuadendo sulle cose appartenenti al regno di Dio.9 Ma poiché alcuni si indurivano e persistevano nell'incredulità, parlando male della Via in presenza della folla, egli, ritiratosi da loro, separò i discepoli e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di un certo Tiranno. 10 E questo durò per due anni, di modo che tutti gli abitanti dell'Asia, Giudei e Greci, udirono la parola del Signore Gesù. 11 E Dio faceva prodigi straordinari per le mani di Paolo, 12 al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e dei grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si allontanavano da loro e gli spiriti maligni uscivano da loro. 13 Or alcuni itineranti esorcisti Giudei tentarono di invocare il nome del Signore Gesù su coloro che avevano gli spiriti maligni, dicendo: «Vi scongiuriamo per Gesù, che Paolo predica!». 14 E quelli che facevano questo erano sette figli di un certo Sceva, un capo sacerdote giudeo. 15 Ma lo spirito maligno rispose e disse: «Io conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?». 16 Quindi l'uomo che aveva lo spirito maligno si avventò su di loro e, sopraffattili, fece loro tal violenza che fuggirono da quella casa, nudi e feriti. 17 Or questo fu risaputo da tutti i Giudei e Greci che abitavano ad Efeso, e furono tutti presi da paura, e il nome del Signore Gesù era magnificato. 18 E molti di coloro che avevano creduto venivano a confessare, e a dichiarare le cose che avevano fatto. 19 Molti di coloro che avevano esercitato le arti occulte radunarono assieme i libri e li arsero in presenza di tutti; e, calcolatone il prezzo, si trovò che ammontava a cinquantamila pezzi d'argento. 20 Così la parola di Dio cresceva potentemente e si affermava.

Nel 2008 a Lucca fu fatto un convegno dal titolo: Con Dio o senza Dio: che cambia? Titolo provocatorio a cui speriamo tutti di dare una risposta decisa: cambia assolutamente tutto! La vita con o senza Dio è radicalmente e totalmente diversa da ogni punto di vista, e se così non è non ci sono molte speranze per i cristiani, perché significherebbe che hanno perso completamente la potenza del messaggio del vangelo. La lettura di questi passi del libro degli Atti mi hanno portato a formulare una domanda simile, ma con un piccolo cambiamento: con lo Spirito o senza lo Spirito: che cambia? Anche qui spero che la risposta sia decisa, e che si possa coralmente rispondere che cambia tutto. Tuttavia se la questione con o senza Dio potrebbe rimanere una questione di teoria, per cui filosofi contro teologici ci si affronta per disquisire sull’esistenza o meno di Dio, la questione dello Spirito è ben diversa. Perché non si può parlare di spirito santo in teoria. Lo Spirito Santo non è altro che Dio in pratica, che Dio che abita in noi e che cambia e trasforma il nostro stesso spirito umano. Certo, se ne può parlare in teoria, ma senza averlo sperimentato si disquisirebbe sul niente, perché lo Spirito va vissuto in concreto.
Luca, in questi passi degli Atti ci mostra tre episodi che mettono chiaramente in evidenza che le conversioni, le istituzioni, e le azioni stesse possono essere animate o dallo Spirito Santo, oppure no, ed in base a questo cambia assolutamente tutto. I risultati sono miracolosi oppure catastrofici. E questo perché, come leggiamo altrove nella Scrittura, “Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.” (I Cor 2,11)

  1. 1.           Conversioni: Apollo e i discepoli di Efeso.
I primi due episodi che incontriamo ci parlano di un intellettuale alessandrino di nome Apollo e di un gruppo di discepoli che si trovano ad Efeso. Sono accomunati dall’aver ricevuto il battesimo di Giovanni, quindi quel battesimo di ravvedimento che chiamava a preparare la via per il messia. Ma c’è una differenza cruciale tra Apollo e questi dodici discepoli: Apollo è presentato chiaramente come un credente, che istruito nel Signore, fervente nello spirito e che insegna accuratamente le cose relative a Gesù. Non è detto che “nello spirito” si riferisca allo Spirito Santo, comunque sia vediamo che Priscilla e Aquila non fanno che esporgli con più esattezza la via del Signore, ed in fatti non si battezza né è detto che riceve lo Spirito. Deduciamo quindi che era già ripieno di Spirito e che questa pienezza gli consentiva di accogliere umilmente, lui che era un intellettuale, il consiglio di due artigiani come Priscilla e Aquila, e che probabilmente era istruito su tutto, ma non sul battesimo, cosa possibile in un contesto di crescita veloce e multipla di chiese. E’ meraviglioso questo esempio di quella che potremmo chiamare: “correzione del tiro”. A ben pensarci la nostra vita cristiana è fatta di questa apertura a lasciare che qualcuno ci esponga sempre con più chiarezza la via di Dio, facendoci crescere e scoprire nuove cose su Dio.
Del tutto diverso il caso dei dodici discepoli. Questi si erano sicuramente interessati alla predicazione di Giovanni, ma di Gesù niente viene detto. Non hanno sentito parlare dello Spirito Santo, ma Paolo gli annuncia anche Gesù, che forse conoscono ma che non hanno capito. Perché senza Spirito Santo, senza cioè un qualcosa di soprannaturale che faccia loro incontrare nello Spirito quel Gesù morto e risorto, non ci può essere vera conoscenza di Gesù. Questi non solo di battezzano, ma ricevono lo spirito con questo atto di imposizione della mani di Paolo, cosa che era successa anche con i samaritani, e vivono una specie di piccola pentecoste. Parlano in lingue e profetizzano. Su questo passo capita che ci siano grosse controversie tra cristiani pentecostali e cristiani evangelici tradizionali, ma sarebbe interessante notare che qui vediamo sia Apollo di cui non si parla di particolari manifestazioni, che i dodici che invece ne hanno. Lo Spirito agisce in modo vario e diverso ed è sbagliato credere che debba agire sempre nello stesso modo. L’unico punto che è chiaro è questo: con o senza lo Spirito tutto cambia. Averlo significa avere la salvezza, la voglia di annunciare il vangelo e di dimostrare che Gesù è il messia; non averlo significa avere bisogno di essere rigenerati e di conoscere Dio in un modo profondo e spirituale.
E chi tra di noi ha ricevuto lo Spirito santo deve chiedersi: ne faccio un uso convinto ed utile al bene comune come Apollo? Mi fa rallegrare riempiendomi di voglia di lodare Dio come i discepoli di Efeso? Non parliamo in teoria dello Spirito, ma chiediamoci: sperimentiamo nella nostra vita la presenza dello Spirito di Dio?

  1. 2.           Istituzioni: la sinagoga e la scuola di Tiranno.
Vediamo ora due istituti, due luoghi dove si parla, si prega e dove circolano le idee: la sinagoga e la scuola di Tiranno. La prima è il luogo dove si riuniscono gli ebrei, e che teoricamente dovrebbe essere piena di spirito; la seconda invece è un’istituzione laica, di cui non si sa niente, ma in cui probabilmente un filosofo teneva i suoi insegnamenti. Possiamo immaginare che questo filosofo fosse un tipo tollerante che dà spazio a Paolo oppure un simpatizzante del cristianesimo (ma forse Luca ce lo avrebbe precisato). Poco importa. Ciò che colpisce è che l’istituzione nata per pregare e per leggere la Bibbia, rifiuta i discorsi di Paolo, e decide di rimanere senza Spirito. La scuola laica di Tiranno, che nasce sì per cercare la verità, ma che non è necessariamente legata alla religione, diventa una specie di amplificatore della fede, capace di diffondere il Regno di Dio in tutta l’Asia! Abbiamo imparato che non esistono spazi sacri, perché Dio non abita in templi fatti da mano d’uomo, ma abita dove viene ospitato e dove i cuori si aprono, per lasciare entrare il suo spirito. Così è della nostra chiesa: ci incontriamo in un club del tennis, e vorremmo che questo diventi un giorno un centro propulsore della fede, come la scuola di Tiranno. Ma se vogliamo che sia così, dobbiamo porci ogni volta che veniamo seriamente la domanda: dov’è il mio Spirito? In che misura vengo a riempire questo luogo di Spirito, con lo Spirito di Dio che è in me? Preghiamo che Dio risollevi il nostro spirito se è abbattuto e che ci consenta di portare in questo luogo il suo Spirito potente, per diffondere il vangelo in tutta la Toscana.

  1. 3.           Azioni: gli esorcismi di Paolo e quelli dei figli di Sceva.
Abbiamo detto nel precedente studio che Efeso era un città importante per la religione, e certi fatti ce lo testimoniano. E’ necessario che la Parola di Dio si affermi anche con miracoli straordinari, che colpiscono un immaginario in cerca di fenomeni soprannaturali. Un po’ come la donna che toccando il vestito di Gesù fu guarita, così anche Paolo sembra guarire grazie al semplice tocco di fazzoletti. Vediamo tuttavia che non si tratta di magia, nel senso che i guariti rientrano nel processo di diffusione della parola di Dio e dobbiamo quindi presupporre che, seppure con questo singolare metodo del fazzoletto, sia sempre la fede a guarire.
Anche qui abbiamo due sorte di esorcismi diversi: quelli di Paolo funzionano e liberano realmente chi è posseduto. Perché? Perché vengono fatti realmente in nome dello Spirito Santo, da qualcuno che ha lo Spirito Santo. Gli adepti delle arti magiche confessano i loro peccati e tagliano netto con il loro passato, bruciando i libri di magia. Certo i roghi dei libri fanno sempre un po’ paura, e come tutto è importante contestualizzare. Forse anche oggi, del resto, ci sarebbero libri che preferiremmo bruciare, come il Mein Kampf di Hitler, o qualche panflet razzista. Tuttavia l’azione ha un valore simbolico, e rappresenta soprattutto la rottura con un certo passato. Chi si converte brucia i propri libri, e non si tratta di una crociata violenta contro tutti i libri magici della città e contro chi li possiede. Inoltre, l’indicazione del prezzo è messa per mostrare che avrebbero potuto guadagnare con quei libri, invece preferiscono bruciarli per amore della verità.
Dall’altra parte invece abbiamo i figli di Sceva, che vorrebbero esorcizzare, ma non avendo lo Spirito non ci riescono. Così i risultati prodotti, oltre ad essere disastrosi, fanno anche un po’ ridere. Ma anche qui questo passo ci parla e ci dice: prima di muoversi, prima di voler andare a caccia di demoni, prima di voler fare qualcosa per Dio, bisogna guardarsi dentro e chiedersi se veramente stiamo ascoltando o no lo Spirito Santo che ci anima. Ci sono intere campagne evangelistiche che finiscono per dare nel ridicolo perché non sono animate dallo Spirito Santo, ma da altro. Da volontà di affermarsi, da spirito di competizione, da ambizioni umane. Lo stesso cristianesimo è partito come un movimento pieno di spirito, per poi finire in molti casi in un’istituzione fredda, priva di spirito ed incapace di salvare o di trasmettere liberazione. Il Signore ci chiede ancora oggi: avete aperto la vostra chiesa all’azione continua e sistematica del mio Spirito?

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