mercoledì 16 maggio 2012


Atti 8:26-40

26 Un angelo del Signore parlò a Filippo così: "Àlzati, e va' verso mezzogiorno, sulla via che da Gerusalemme scende a Gaza. Essa è una strada deserta".27 Egli si alzò e partì. Ed ecco un etiope, eunuco e ministro di Candace, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i tesori di lei, era venuto a Gerusalemme per adorare, 28 e ora stava tornandosene, seduto sul suo carro, leggendo il profeta Isaia. 29 Lo Spirito disse a Filippo: "Avvicìnati, e raggiungi quel carro". 30 Filippo accorse, udì che quell'uomo leggeva il profeta Isaia, e gli disse: "Capisci quello che stai leggendo?" 31 Quegli rispose: "E come potrei, se nessuno mi guida?" E invitò Filippo a salire e a sedersi accanto a lui. 32 Or il passo della Scrittura che egli leggeva era questo: "Egli è stato condotto al macello come una pecora; e come un agnello che è muto davanti a colui che lo tosa, così egli non ha aperto la bocca. 33 Nella sua umiliazione egli fu sottratto al giudizio. Chi potrà descrivere la sua generazione? Poiché la sua vita è stata tolta dalla terra". 34 L'eunuco, rivolto a Filippo, gli disse: "Di chi, ti prego, dice questo il profeta? Di sé stesso, oppure di un altro?" 35 Allora Filippo prese a parlare e, cominciando da questo passo della Scrittura, gli comunicò il lieto messaggio di Gesù. 36 Proseguendo lungo la via, giunsero a un luogo dove c'era dell'acqua. E l'eunuco disse: "Ecco dell'acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?" 37 [Filippo disse: "Se tu credi con tutto il cuore, è possibile". L'eunuco rispose: "Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio".]38 Fece fermare il carro, e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco; e Filippo lo battezzò. 39 Quando uscirono dall'acqua, lo Spirito [Santo cadde sull’eunuco e un angelo] del Signore rapì Filippo; e l'eunuco, continuando la sua via tutto allegro, non lo vide più.
40 Poi Filippo si ritrovò in Azot; e, proseguendo, evangelizzò tutte le città, finché giunse a Cesarea.

Il primo tentativo degli apostoli di fuoriuscire da Gerusalemme, evangelizzando la Samaria, si è concluso felicemente, e quanto è avvenuto in questa terra ci è descritto nella prima parte del capitolo 8. Il passo che leggiamo oggi, ci continua a parlare di Filippo, un personaggio importante per la chiesa primitiva, che lascerà presto il posto all’apostolo Paolo, ma che ha comunque un ruolo significativo. Quanto ci viene raccontato riguarda lo sviluppo della chiesa, lo sforzo missionario degli apostoli che obbediscono al mandato di Gesù: andate ad evangelizzare Gerusalemme, tutta la Giudea, la Samaria fino alle estremità della terra( Atti 1,8). Questo mandata, lo abbiamo già visto, era importante allora e continua ad esserlo oggi: il vangelo non è una realtà sociopolitica, o culturale. Il vangelo è una via, un cammino di trasformazione derivato dall’incontro con Dio nella persona di Gesù; questo vangelo deve essere predicato ancora oggi, e le modalità secondo cui questo avviene nella chiesa primitiva servono come per esempio e come guida. Il vangelo è una via: proprio il termine via ci servirà ad articolare questo bellissimo episodio, nel quale il termine via (nell’originale greco) compare tre volte e ci guida nell e diverse fasi della lettura.


1. Essere su una via:

Un primo punto che osserviamo è che la via su cui Filippo si reca, quella che va da Gerusalemme a Gaza, è una destinazione indicata dallo Spirito. Non è un dettaglio, è il principio cardine dell’evangelizzazione. L’evangelizzazione è ovviamente rivolta ed aperta a tutti, ma il Dio che conosce i cuori spinge in certe circostanze proprio verso una certa persona piuttosto che verso un’altra perché la conosce e sa che in quel momento è pronta a ricevere il vangelo. Così è di questo Etiope eunuco, probabilmente un proselito che si era recato con i suoi mezzi a Gerusalemme, e che aveva un rotolo per leggere la Scrittura. Filippo ha un rapporto così intenso e profondo con il Signore che lo Spirito gli parla direttamente e gli suggerisce di andare a parlare con quell’etiope. È importante per ognuno di noi oggi imparare ad ascoltare lo spirito. L’evangelizzazione rischia di essere una forzatura o una specie di campagna pubblicitaria se non è interamente guidata dallo Spirito. Se non siamo noi in primo luogo all’ascolto dello Spirito perché ci guidi verso persone all’ascolto. In questo caso lo Spirito, per altro, guida Filippo in una direzione che è pienamente conforme al mandato di Gesù: la via che scende da Gerusalemme a Gaza è appunto una via che dalla città va verso la Giudea, seguendo quindi il mandato di evangelizzare quella regione. Riassumerei quindi così questa prima osservazione: annunciare il vangelo significa incamminarsi, prendere delle strade, prendere delle vie per raggiungere altre persone. È importante che nel capire quale via seguire siamo realmente intenti ad ascoltare lo Spirito che guida: questa via potrà essere un luogo geografico, potrà essere un metodo di comunicazione, potrà anche essere una missione che già esiste, l’importante è che sia qualcosa che “esce da Gerusalemme”, che si rivolge a chi è lontano dal centro della fede, secondo la guida dello Spirito.

2. L’incontro nella parola. Le vie si uniscono

È sempre lo Spirito a suggerire a Filippo di raggiungere all’eunuco e di parlarci. L’eunuco per qualche motivo non evidente, riconosce in Filippo un’autorità, forse perché lo identifica come ebreo e quindi come persona competente per interpretare le scritture. Chiede quindi spiegazioni sul testo e Filippo ha l’opportunità di annunciargli Cristo. Ci sono due fatti che mi colpiscono in questo incontro: in primo luogo l’eunuco stava già leggendo la Scrittura a riprova dell’importanza della guida dello Spirito, perché Filippo con le sue conoscenze non avrebbe mai potuto saperlo. Ci sono quindi persone che cercano Dio , che vogliono capire di più della fede ed è bene che lo sforzo missionario sia guidato dallo Spirito per raggiungere proprio quelle. In secondo luogo, mi colpisce il fatto che l’eunuco capisce bene cosa ci’è scritto in quelle parole di Isaia 53 e non si interroga sul loro senso. Quello che vuole sapere è di chi, dicono quelle parole, a chi si riferiscono. Probabilmente nel leggere la Scrittura ci sono molte persone che capiscono tutto, ma non è detto che capiscano in che misura le parole che leggono si riferiscano a fatti e situazioni reali. E non solo: può capitare che non capiscano in che misura le parole della Scrittura i riferiscono anche ad ognuno di noi. Il senso profondo dell’evangelizzazione è dunque questo: saper annunciare il senso delle parole della Scrittura e mostra come questo riguardino anche il mondo di oggi, e noi stessi che lo abitiamo. Si badi bene che quel testo di Isaia era stato scritto 600 anni prima che quell’eunuco lo leggesse, quindi non era propriamente un testo di attualità, come per tanti di noi possono non essere attuali le Scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento scritte tra i 2 e i 3000 anni fa. Eppure le verità profonde che contengono valgono fino ad oggi. Filippo, lasciandosi guidare dallo Spirito, riesce a trasmettere il senso di quelle scritture e soprattutto ad annunciare Gesù, centro e fulcro di tutta la Scrittura. È molto bello vedere che la semplice lettura di un passo della Scrittura può portare molto lontano, e questo eunuco scoprirà una vita completamente nuova per avere letto quelle pagine. Ora Filippo e l’eunuco non sono più su due strade separate, e non solo concretamente. Camminano sulla stessa strada che da Gerusalemme porta a Gazza, ma il valore metaforico di questi cammini uniti è più forte ancora. Ora procedono sulla stessa strada che porta a Dio, uniti dalla verità espressa dalla Scrittura della morte di Gesù per la salvezza di ogni uomo!

3. La separazione: ognuno per la sua via

Una delle cose che mi ha sempre colpito di questo passo è la brevità dell’incontro rispetto all’intensità dell’esperienza e delle sue conseguenze. Forse il tutto è durato solo qualche ora eppure l’eunuco ha fatto scelte determinanti per la sua vita. Ha sperimentato la gioia di sapere che la morte di Gesù non è stato un fatto marginale della storia, avvenuto ad un ebreo qualunque, ma è stato il sacrificio di Dio stesso che ha scelto di far morire suo figlio per perdonare le colpe degli uomini. In un mondo di violenza in cui gli uomini producono violenza ed in cui non riescono ad eliminare la violenza, Dio ha voluto assumere su di sé tutta la violenza, quasi ad assorbirla e vanificarla, dicendo che la colpa di quelle violenze sarebbe ricaduta su suo figlio. Da quel momento è possibile il perdono e questo l’eunuco l’ha capito. Non ha esitato a convertirsi né a battezzarsi, atto di cui gli ha parlato sicuramente Filippo. Oggi passano spesso anni tra la conversione ed il battesimo, qui tutto è stato più rapido, più immediato. Nel poco tempo passato insieme i cambiamenti e le loro conferme sul piano simbolico sono state immediate.
Ma i cambiamenti non sono stati solo sul piano persona dell’eunuco. Il fatto che proprio un eunuco, servitore di una regina etiope, territorio indicato in ebraico con il termine Cus, corrispondente all’attuale Sudan, abbia ricevuto il vangelo e se ne vada senza che se ne sappia più niente, avrà conseguenze importanti di portata internazionale. Questo eunuco rientrerà nel suo paese e annuncerà il vangelo. Non è ancora arrivato il momento dei viaggi dell’apostolo Paolo verso il mondo pagano, che riguarderà soprattutto l’area dell’Asia minore, e grazie a Filippo una sorta di sasso viene lanciato lontano: un eunuco che passa da Gerusalemme raccoglie la sfida del vangelo e lo porterà molto lontano. In parte l’ultimo elemento del mandato, “fino alle estremità della terra” si sta realizzando. Per altro, la lontananza di questo eunuco, non è solo geografica. Fa parte di una strana categoria di persone, che nell’antichità veniva spesso usate per servire le regine, non avendo pulsioni nei confronti delle donne. Non si tratta di omosessuali, ma di persone che per motivi ormonali non sviluppano e quindi portano nel loro corpo una diversità. Il vangelo non esclude nessuno ed anche per loro.
Ora Filippo e l’eunuco camminano di nuovo su vie diverse. Sono però vie di annuncio, che portano all’unica via di Gesù che porta verso Dio: l’eunuco verso i paesi dell’Africa del centro sud. Filippo verso le città costiere della Giudea. Entrambi per portare gloria a Dio.
Questo è ciò a cui siamo chiamati anche noi. A muoverci sulla terra per portare il messaggio, a seguire vie che aiutino chi è alla ricerca a trovare la via che porta a Dio, secondo l’azione dello Spirito e secondo la sua guida, per la gloria di Dio. AMEN.

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