mercoledì 16 maggio 2012


Atti 13:1-3 Chi parte?


1 C'erano nella comunità di Antiochia profeti e dottori: Barnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Saulo. 2 Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati». 3 Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono. 
Chi è che per le vacanze parte? Sarà interessante osservare, prima di partire, come nella chiesa primitiva ci si preparava ad una partenza. Paolo e Barnaba stanno per partire per un pirmo viaggio missionario, e la chiesa, a suo modo partecipa con loro. Vediamo come!
QUANDO. L’istruzione di mettere Baraba e Paolo da parte per un viaggio missionario, avviene durante un culto. Un vero culto di adorazione va al di là della bellezza della musica o della semplice lode. Una lode profonda, ed un culto partecipato possono anche portare rivelazioni. Rivelazioni sulla nostra vita di diversi ordini. In questo caso si è trattato di un ordine missionario, che ha guidato i due apostoli a portare il vangelo in Grecia. Forse un giorno, mentre lodiamo Dio, riceveremo un consiglio su quali missioni intraprendere, quali tasti toccare per annunciare il vangelo nella nostra città, a quali porte bussare. Forse la rivelazione riguarderà un nostro problema, un cruccio che ci portiamo dietro, una sofferenza che abbiamo da tempo; forse ancora si tratterà di un avviso su un nostro modo di fare sbagliato, di una correzione che Dio ci vuole dare. Tutto ciò avverrà se il culto sarà vissuto nella sincerità e nella profondità. della vera adorazione.
COME. Questi discepoli si preparano al culto digiunando. Noi in tempo natalizio dall’orecchia del digiuno ci sentiamo male, e come società opulenta abbiamo maggior difficoltà a digiunare di quanto non ne abbiano i paesi più poveri – le persone che conosce di quei paesi digiunano con molta facilità. Credo che il digiuno sia un semplice modo per concentrarsi meglio. Digiunare significa rinunciare non al superfluo, ma al necessario. Se questi fratelli lo fanno, è per concentrarsi più in profondità. La Bibbia stessa ci indica che si può digiunare da tante cose (Isaia 58), non solo dai cibi, ma dalla cattiveria, dall’ingiustizia, dall’insensibilità e da simili cose. Ecco dunque che forse la domenica mattina quando veniamo a lodare Dio potremmo pensare a quanto può essere importante venirci digiuni da tante cose negative che possiamo fare o ricevere. È importante leggere e ricevere le notizie sul mondo, su quanto succede; ma forse, se la domenica mattina cerchiamo di fare un piccolo digiuno informativo, potremmo arrivare a lodare con maggior concentrazione. La concentrazione permessa dal digiuno ha predisposto questa chiesa all’ascolto di un’importante profezia.
CON QUALE MEZZO. Il mezzo è semplice e chiaro: la preghiera. Mentre il digiuno è una mera condizione che al massimo facilita e favorisce la rivelazione, e non uno strumento, la preghiera è il mezzo con cui si comunica. La vera preghiera è dialogo, scambio reale con Dio a cui si dice e da cui si ascolta. Più volte abbiamo ricordato l’importanza della preghiera, la forza che questa conferisce alla chiesa, e la particolarità di dare presenza a ciò che è assente. La chiesa degli Atti pregava per il Pietro imprigionato. La nostra chiesa, deve continuare a pregare. A pregare per chi è in missione, a pregare per chi sta male, a pregare perché il vangelo raggiunga sempre più persone, a pregare per l’unità e la spiritualità.
COSA. La rivelazione ricevuta è precisa: mettetemi da parte Paolo e Barnaba. non si tratta di una rivelazione arbitraria, ma di un fatto preciso. Tali sono le rivelazioni che riceve una chiesa che loda profondamente, che digiuna con rigore e che prega con tenacia. A me è capitato alcune volte nella vita che lo Spirito mi parlasse in modo molto chiaro. Penso al tempo in cui sentii con forza l’ordine di andare a studiare teologia. Ascoltai questa parola dello spirito ed è stata una delle cose più belle che ho fatto in vita mia. Aspettiamoci dunque indicazioni precise per piani precisi dello Spirito.
CON CHI? L’imposizione finale della mani, da parte della chiesa verso Barnaba e Paolo che devono partire, rappresenta la partecipazione della chiesa alla missione. L’elemento che spicca in questa decisione di scegliere Paolo e Barnaba è che non si tratta di una scelta che riguarda solo loro due. Tutta la chiesa è implicata; tutti digiunano, tutti pregano, tutti ascoltano e tutti impongono alla fine le mani ai due. È un gesto simbolico che invoca una speciale grazia di Dio su di loro, perché il viaggio non sarà privo di rischi e di difficoltà. Non partono tutti, ma tutti partecipano alla partenza. Anche noi ora ci separiamo per un breve periodo di vacanza, e non andiamo a fare missioni speciali. Possiamo però rimanere tutti uniti, tenendo presenti questi principi, che anche oggi il libro degli Atti ci ha trasmesso. AMEN

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