giovedì 23 luglio 2015

Immagini di Dio

Per leggere il vangelo di Luca capitolo 12 clicca qui: http://www.laparola.net/testo.php
Immagini di Dio
La Bibbia ci dice che l'uomo è fatto ad immagine di Dio. Non dice mai che le chiese siano immagine di Dio. Tuttavia nella pratica il mondo per farsi un'idea di Dio vede ciò che le chiese fanno, quindi possiamo dire che le chiese non sono ad immagine di Dio, ma presentano un'immagine di Dio. Ogni chiesa deve aver presente questa verità, che Dio è invisibile e ciò che si vede di lui sono proprio quelle chiese che rivendicano di appartenergli. Ne sono un’immagine e il passo di oggi ci parla proprio delle immagini vere o false che possiamo darne.

1. La falsa immagine di Dio.
Nel passo precedente Gesù ha lanciato una vera e propria invettiva contro i farisei, accusandoli di ipocrisia, falsità e cecità spirituale. Adesso il messaggio relativo alla dottrina dei farisei, precedentemente condannata, chiamata lievito, viene rivolto ai discepoli, per far capire loro quale sia la loro responsabilità rispetto a questo messaggio. I farisei erano infatti persone molto popolari, e la loro dottrina era molto diffusa nelle sinagoghe e tra la popolazione palestinese. Parlare di Dio significava per Gesù fare i conti con l’immagine che i farisei avevano dato di Dio. Gesù spiega dunque che il lievito dei farisei è ipocrisia, ma verrà smascherato. Il loro potere è limitato e non vanno temuti perché temendoli si fa il loro gioco. Ci dice che bisogna uscire dal vittimismo, dal dare forza a chi ci ha schiavizzati. Ed in effetti il messaggio della Bibbia, fin dai tempi dell'Antico Testamento è un messaggio di liberazione dalla paura di altri:  le popolazioni che opprimono Israele come l'Egitto, l'Assiria, Babilonia sono sconfitti. Hanno fatto molto male, ma sono sconfitti.
Mai come oggi questo messaggio è attuale e utile per chi vuole parlare di Dio. In venti secoli di storia di cristianesimo l’immagine di Dio è stata distorta e cambiata in mille modi diversi, dai più belli ai più terribili. Dio creatore, Dio padre, Dio uomo in Gesù, Dio che ama e Dio giudice, sono tutte immagini sane e vere, purché tenute tutte insieme. Alcuni hanno insistito solo sul padre d’amore, altri solo sul giudice, altri ancora solo sul liberatore, altri sul sovrano assoluto finendo per mancare qualcosa della totalità di Dio. Per non parlare di chi ha fatto di Dio uno strumento per i suoi fini, infilandolo nella politica o utilizzandolo per legittimare delle ideologie: pensiamo ad uno slogan biblico come “Dio è con noi, Emmanuel”. E’ stato ripreso dall’ordine dei cavalieri teutonici, poi dai re di Prussia, e nella prima guerra mondiale impresso sulle cinture dei soldati tedeschi, per poi finire, con l’aggiunta di un’aquila ed una svastica, nel simbolo del nazismo… Poiché nel corso di questi 20 secoli le chiese si sono spesso unite agli stati diventando chiese di stato queste hanno imposto un’immagine di Dio ufficiale ed univoca con cui ogni cittadino si è dovuto confrontare, con il rischio di essere perseguitato o discriminato laddove questa immagine fosse stata diversa. Indubbiamente la critica portata a questa immagine di Dio da mille fronti è stata giusta e motivata, perché si scagliava contro un dio finto. Tuttavia ha anche prodotto molto ateismo, molti abbandoni della fede, molte delusioni. Ciò che il passo dice a noi oggi sono soprattutto due cose:
  • Non si può rinunciare alla fede perché alcune istituzioni umane hanno presentato una fede distorta e sbagliata. Hanno preso abusivamente il posto di Dio , ma pagheranno, e tutto verrà smascherato. Non temiamo i farisei! Non rinunciamo a Dio se in Italia nelle chiese ufficiali ne abbiamo avuto un’immagine sbagliata, distorta, falsa. Non rinunciamo a Dio perché ci sono preti pedofili, papi corrotti o gerarchi ecclesiastiche che abusivamente prendono il posto di Dio!
  • Ci dice però anche questo: che chi parla di Dio in Italia, ed in modo particolare a Lucca, deve fare i conti con una certa cultura, che è la cultura cattolica: questa ha profondamente influenzato tutte le sfere dell'esistenza, dalla vita quotidiana a quella privata delle persone. Gli stessi teologi cattolici nel tentativo di difendere in qualche modo il cattolicesimo cercano di creare una distinzione tra gerarchie e chiesa fatta dalle persone. Io mi permetto di osservare che questo rapporto, anche se talvolta teso, è in fondo un rapporto in cui l'uno alimenta l'altro. Come evangelico quando parlo di Dio ad un italiano o ad un europeo devo essere consapevole che spesso parlo a qualcuno che è deluso dalle gerarchie e devo decostruire l'immagine sbagliata che la chiesa ha fornito di Dio. Non posso farlo in modo indolore, ho il dovere di usare quelle stesse parole dure che Gesù ha usato contro i farisei, seppur tenendo conto che io non sono Gesù e che posso sbagliare come loro. Guardiamoci dal lievito cattolico!  Questo è il motivo per cui rifiuto qualsiasi intento ecumenico, o collaborativo con il mondo cattolico. Significherebbe appoggiare o approvare chi di Dio ha fornito un'immagine sbagliata.
    Come evangelici italiani, da questo testo, dobbiamo sapere che abbiamo una specifica missione consistente nel ricostruire in base alla Parola di Dio - e non in base alle nostre idee o alle vedute evangeliche - un'immagine di Dio vera.
2. La vera immagine di Dio che dobbiamo avere
Per ricostruire questa immagine dobbiamo insistere su una coppia inscindibile di caratteri che qualificano la nostra relazione con Dio: Timore e amore. Non timore ma amore, o amore, ma timore. Timore e amore! Ricordiamo le parole di Paolo in filippesi che ci esortano a servire Dio con Timore e tremore, cioè non alla leggera, ma con la consapevolezza di essere davanti all'assoluto. Per ben tre volte nel v. 5 Gesù ripete il verbo temere:

“Vi mostrerò chi dovete temere: temete colui che dopo aver ucciso ha il potere di gettare il corpo nella Geenna. Sì, velo dico, temete costui. Dio ha un potere ambivalente: ha il potere non solo di uccidere, ma anche di gettare nella Geenna, termine usato come sinonimo di inferno, cioè luogo di sofferenza e punizione eterna. Sono parole che ci impressionano, eppure non avremmo un'immagine corretta di Dio se non avessimo chiaro che la punizione del male attraverso la morte è una sua invenzione! Non è una fatalità o un caso imprevisto dell'universo. Il male non è venuto da Dio, ma da una scelta responsabile dell'uomo, ma le punizioni conseguenti al male le ha determinate Dio. Ecco perché Gesù parla del padre come di colui che ha il potere di uccidere. Oltre a questo potere di uccidere c'è anche quello di mandare all'inferno, cioè di continuare la vita presente in un'eternità sofferente. Per anni i concetti di inferno e punizione sono stati utilizzati da gerarchie religiose e politiche per i fini peggiori: Per impedire alle masse di ribellarsi, per abusare di singole persone, per estorcere beni e soldi in pratiche come quelle delle indulgenze che determinarono la rabbia di Lutero... Come salvare oggi questi concetti dal ridicolo di cui la critica alla propaganda delle gerarchi li ha coperti? Vedendoli come momenti diresponsabilizzazione. La vita va vissuta non solo con leggerezza, ma anche con timore, perché ciò che facciamo e scegliamo oggi avrà conseguenze eterne. Il mio sì al Dio che può salvare avrà conseguenze di vita, il mio no di morte.
Questo per quanto riguarda il Timore. Segue l’amore, da cui il tono rassicurante con cui il passo finisce: se Dio è in grado di far vivere due passeri, due piccoli animali che non hanno apparentemente senso, si curerà ancora di più di coloro che ha fatto a sua immagine e somiglianza! Voi siete molto di più di due passeri, significa che verso gli umani Dio ha dispiegato e continuerà a dispiegare tutti gli sforzi possibili perché vengano salvati da una vita priva di lui. Lo ha fatto mandando suo figlio Gesù e continuando a far conoscere la sua parola.
Torniamo a ripetere che Dio può anche essere un Dio tremendo perché è un Dio santo che non tollera il male e che lo punisce. Se possiamo sottolineare il bene ed il fatto che Dio è amore, è proprio perché  questo Dio potrebbe mandarci nella Geenna, ma ha fatto di tutto perché questo non accada. Chi di noi non si emoziona guardando il volo degli uccelli? Senza diventare dei fanatici del bird watching siamo sempre affascinati da queste creature che volano e cinguettano decorando il creato. Percepiamo tuttavia che sono in qualche modo inferiori agli uomini, visto che vengono usati per sacrifici, mangiati o cacciati. Eppure hanno un valore, si vendono per alcuni soldi. Ebbene, noi valiamo molto di più. Se hanno valori i passeri, Dio conosce perfino i dettagli della nostra vita, rappresentati dai capelli e nel timore che gli dobbiamo ci avvolge di un amore totale, gratuito e completo. Se per le istituzioni umane che cercano approvazione e sostegno numerico noi siamo numeri, e strumenti, per Dio noi siamo persone e fini ai quali egli fa molta attenzione.
3. La vera immagine di Dio che dobbiamo dare.  
Parlando di immagini di Dio da dare, potremmo forse pensare che saranno capaci di dare una buona immagine di Dio coloro che riescono a distillare una dottrina eccezionale, in opposizione al lievito dei farisei, e che metteranno a punto una teologia chiara, sicura e conforme alla Scrittura. Credo che questa sia la base imprescindibile da cui partire, il minimo che possiamo fare per rendere conto di un Dio da temere ed amare che si presenta nelle Scritture rivolte al suo popolo. Il passo che però leggiamo ci chiede in qualche modo di andare al di là della semplice definizione di una dottrina definibile come sana od ortodossa. Una sana dottrina ci porterà a proclamare Gesù come Figlio di Dio, Figlio dell’uomo – cioè Dio diventato umano benché divino – e come salvatore. Ci porterà a denunciare la dottrina distorta dei farisei o delle attuali chiese ufficiali. Il banco di prova tuttavia non sarà un’aula universitaria in cui dovremmo sostenere una sorta di tesi per provare che abbiamo capito bene chi è Gesù: il banco di prova sarà l’amore e l’attaccamento al Dio che abbiamo creduto nel riconoscerlo davanti agli uomini.
Riconoscere davanti agli uomini: saremo disposti a presentare ciò che Dio dice di sé anche se questo è completamente contrario a quello che gli uomini vogliono sentire? Quello che abbiamo sentito e saputo di Dio non può rimanere nascosto nel nostro cuore. E’ un messaggio da portare ed offrire agli uomini riconoscendo. In molti casi sarà anche ben accetto e molti saranno contenti di recepirlo. Ma in altri incontrerà resistenza, susciterà ironia, scherno o anche persecuzione. Questo è il banco di prova: la mia fede rimane un orientamento interiore o sono disposto alla vergogna, e ad andare contro l’opinione corrente?
Parlare contro il Figlio dell’uomo e contro lo Spirito Santo. Questa distinzione sorprende alcuni che individuano una potenziale disparità nelle persone della Trinità. In realtà la disparità non è tra le persone della trinità, ma tra ciò che implica la relazione tra una persona e loro. Si può anche sbagliare nel modo in cui si parla di Gesù. Si può perfino avere vergogna di lui, esattamente come Pietro che lo ha rinnegato. Si possono fare errori. Ma il problema non sta tanto in questo quanto nel resistere a quell’azione dello Spirito Santo che cerca di convincere gli uomini del loro peccato, del loro bisogno profondo di Dio. In altre parole che cerca di convertire. Parlare contro il figlio dell’uomo è possibile, e molti prima di convertirsi lo hanno fatto, perché resistono all’idea che hanno di Gesù, che come già detto può anche essere sbagliata. Bestemmiare lo Spirito Santo significa respingerlo, impedirgli di entrare nella nostra vita convertendosi. Questo è imperdonabile ed equivale alla non fede!
Lo Spirito Parlerà. E’ questo stesso Spirito Santo che se invece di essere rinnegato e osteggiato viene accettato e fatto abitare nella nostra vita, nei momenti più difficili e davanti a prove estreme, parlerà e sosterrà dicendoci proprio quello che va detto. Se la sfida di non vergognarsi di Gesù appare troppo alta quando ci va di mezzo la vita, confidiamo che lo Spirito andrà oltre le nostre forze. Molti di noi sicuramente pensano di non essere in grado di mantenere la fede se minacciati di morte: questo passo ci promette che lo Spirito interverrà laddove noi non sapremo resistere.
Del resto questo ultimo passo ci deve incoraggiare anche in senso più lato. Come fare a dare una buona immagine di Dio? I farisei sono partiti bene, ma non ci sono riusciti. I cristiani ci hanno provato, ma spessissimo hanno dato delle caricature di Dio più che delle immagini. Ognuno di noi, consapevole della difficoltà del compito di dare un’immagine di Dio reale non può che abbandonarsi allo Spirito Santo invocandolo di aiutarci a dare un’immagine conforme a quella del Dio della Parola.

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