giovedì 23 luglio 2015

Luca 1, 5-45. Promesse, risposte, pienezza

Per leggere il testo di Luca 1.5-45 clicca qui: http://www.laparola.net/testo.php?versioni[]=C.E.I.&riferimento=Luca1

Lettura di Luca 1, 5-45.
Introduzione (5-7)
Tra i quattro vangeli quello di Luca è quello che comincia a raccontarci la storia di Gesù partendo da più lontano nella storia. Forse per i destinatari dei vangeli di Marco, Matteo e Giovanni – tutti ebrei - era abbastanza chiaro il passato di Gesù e la sua parentela con Giovanni, ma per Teofilo e gli altri lettori di Luca era importante conoscere queste relazioni di parentela. Così Luca inizia il suo vangelo con le due storie di Giovanni e Gesù che si intrecciano e che preparano l’intera narrazione.
Per Luca è importante precisare il periodo storico. Siamo sotto il re Erode, un re proveniente dall’Idumea, regione in quel momento rivale della Giudea, imposto dai romani e non amato dagli ebrei. Siamo quindi in un periodo di forte tensione politica.  Ci presenta poi i personaggi: Zaccaria, che non c’entra niente con il profeta Zaccaria dell’Antico Testamento vissuto 400 prima, è un sacerdote e in quel tempo i sacerdoti si alternavano per il servizio del tempio centrale di Gerusalemme, prestando servizio due settimane l’anno ciascuno. Sua moglie Elisabetta viene dalla famiglia sacerdotale di Aronne, e Luca ci precisa che erano giusti: persone che seguivano scrupolosamente la legge di Dio. Nessuno potrà pensare che la loro sterilità, che era percepita da molti come una maledizione, fosse il frutto di qualche loro colpa. Infine erano vecchi e quindi non c’erano per loro grosse speranze di avere figli.
Dopo questa breve introduzione con molti elementi tipici di quel contesto Luca comincia a narrare i fatti. Nei primi due capitoli ci sono due annunci di nascite a loro modo miracolose di due bambini che faranno grandi cose. Ci saranno anche dei cantici per ringraziare Dio ed una serie di promesse di cui si vedrà la realizzazione nel corso del vangelo. Vorrei soffermarmi su alcuni aspetti di questo primo capitolo.

  1. 1.      Il Dio della promessa: da Abramo a Zaccaria e Maria
In entrambi gli annunci fatti dallo stesso angelo Gabriele ci troviamo davanti a delle promesse. Breve termine. Possiamo notare che ci sono dei forti riferimenti a Genesi 15, libro in cui ugualmente Abramo riceve la promessa di un figlio per Sara, sterile, e l’angelo gli dice di non temere, portandogli una promessa di concepimento. Sia per Maria che per Elisabetta c’è la promessa che concepiranno in modo miracoloso, l’una perché sterile, l’altra perché vergine. E di queste due promesse vediamo la realizzazione subito.
Medio termine. Altre promesse riguardano questi figli: Giovanni sarà grande davanti al Signore, non berrà alcool, e sarà ripieno di Spirito Santo. Anche Gesù sarà grande, sarà chiamato figlio dell’altissimo e prenderà il trono di Davide. Questo significa per un ebreo di quel tempo che sarà in grado di restaurare quel periodo benedetto sotto il re Davide in cui Israele era libero e prospero. Sono promesse che avranno una realizzazione un po’ successiva, ma che le madri potranno, in parte, vedere
Lungo termine. Ci sono poi promesse a lungo termine di cui le madri vedranno le primizie ma che sono destinate a realizzarsi nel corso della storia, e persino dell’eternità: Giovanni “convertirà molti figli di Israele al Signore loro Dio, per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto.” Di Gesù si dice che “regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e che il suo regno non avrà mai fine”.
Sono promesse che vanno dalla semplice soddisfazione o riscatto sociale di una madre (Elisabetta parla di vergogna per la sua verginità), ad un ristabilimento di un intero popolo che avrà un regno stabile e duraturo che si estende a tutta l’umanità. Possiamo subito osservare una caratteristica importante del vangelo: il vangelo è una buona notizia di Dio che passa di continuo dalle semplici vite di singole persone al piano generale di tutta l’umanità. Parliamo di umili abitanti di una piccola parte del mondo, non particolarmente conosciuta e politicamente soggiogata dall’impero romano, la maggior potenza conosciuta in quel mondo; ma da queste semplici vite, si sprigionano delle forze spirituali che sconvolgeranno tutta l’umanità.
Nel leggere questo passo ci sono promesse anche per noi. Forse qualcuno di noi ha un bisogno immediato, un qualcosa che lo affligge come la sterilità di Elisabetta, una malattia, una preoccupazione di qualunque tipo… Noi esseri umani per nascita siamo del resto affetti da un’insanabile sterilità spirituale che solo Dio può curare. Siamo proprio quei padri che devono volgere il cuore ai figli o quei ribelli che devono essere convertiti a saggezza! Questo passo ci fa capire che noi uomini del XXI secolo siamo pienamente destinatari di questo messaggio di salvezza, che riguarderà sia i nostri bisogni più concreti ed immediati che la fame spirituale con cui ogni uomo nasce. Oggi come ieri il Signore fa promesse. Oggi come ieri le esaudisce. Siamo pronti a crederci?

  1. 2.      Il Dio dell’annuncio: le risposte di Zaccaria, di Elisabetta, di Maria. La nostra?
Come sono giunte agli uomini queste promesse? Per mezzo dell’annuncio di un angelo di nome Gabriele, un nome che di per sé spaventa e che significa il “guerriero divino”. In effetti possiamo riscontrare che sia Zaccaria che Maria quando l’angelo si rivolge loro sono presi da timore, ed egli stesso si preoccupa di calmarli dicendo: “non temere”. Non credo che da questo passo si possa evincere che tutte le promesse che Dio ci rivolge vengono dagli angeli ed effettivamente, sia nell’Antico che nel nuovo testamento, gli angeli intervengono in momenti particolari parlando a qualche personaggio che Dio ha scelto per portare avanti il suo piano. In questo stesso vangelo di Luca l’unico angelo che compare è qui e poi alla fine ne compare un altro per confortare Gesù nel Getsemani. Possiamo quindi pensare che Dio si rivolge agli uomini in casi eccezionali con degli angeli, ma che parla comunque a tutti gli esseri umani anche con altri mezzi: con le stesse parole della Scrittura, tramite amici che ci parlano di lui, attraverso situazioni particolari di grossa prova o anche di felicità… Vediamo come rispondono i diversi personaggi di questo passo alla chiamata di Dio:
Zaccaria, benché avesse pregato e fosse sacerdote, risponde con dubbio. Ci viene detto che erano anni che pregava per la sterilità di sua moglie e che la sua preghiera è stata esaudita. Si tratta di un sacerdote quindi qualcuno che ha la funzione di mediare tra Dio e il popolo. Se gli compare un angelo che gli fa una promessa dovrebbe immediatamente credere. Invece non è che dubiti esplicitamente, ma chiede un qualche segno speciale: “da che cosa conoscerò?”. La risposta immediata dell’angelo potrebbe essere ovvia, e cioè dal semplice fatto che tua moglie rimarrà incinta! Ma probabilmente Zaccaria chiedeva un qualche segno particolare, magari avrebbe voluto vedere il cielo oscurarsi o un albero cadere o altre prove concrete di quello che l’angelo aveva detto, un po’ come Gedeone che chiedeva una serie di segni per essere sicuro delle visioni che aveva avuto. Il Signore voleva invece mettere alla prova la sua grande formazione di uomo giusto, di fede, timorato di Dio. Vediamo la grazia di Dio che gli dà comunque il dono infinito di un figlio e  si limita a punirlo facendolo stare zitto per un po’, forse per fargli capire che è meglio credere e tacere che fare grandi discorsi su Dio e dubitare.
Elisabetta: sua moglie, colpita dal mutismo del marito, e convinta dalla stessa gravidanza, non può fare altro che ringraziare il Signore per il suo sguardo benefico su di lei. Posso immaginare la gioia di questa donna, avendo recentemente parlato in Africa con molte donne che vivono molto male la loro sterilità, poiché in Africa ancora oggi è uno dei maggiori motivi di crisi coniugale e di ripudio delle donne.
Maria, una semplice ragazzina, che non ha certo la preparazione teologica di un sacerdote e che probabilmente aveva in mente altro per il suo futuro, è anche lei spaventata, ma non dubita. Certo è sorpresa perché rimanere incinta senza aver mai avuto rapporti sessuali è una novità totale. Lo stupore di Maria è quindi legittimo, come anche la sua domanda: “Come avverrà questo?”. Ma in questo passo Maria è per noi il vero e proprio esempio di fede spontanea e obbediente che dice: “Ecco, il sono la serva del Signore, mi sia fatto secondo la sua parola”. Purtroppo nel cattolicesimo si è esagerata la figura di Maria dandole un ruolo che non rivendica ed un’importanza che non ha trasformandola in un idolo, ma per chiunque legga il vangelo non si deve nascondere che Maria è uno splendido modello di fede, che senza dubitare è pronta ad intervenire nel piano del Signore.
Noi. Credo che se per noi ci sono promesse in questo passo, ci sono anche domande: il Signore ci chiama ad accettare la sua salvezza, e ad avere un ruolo nella storia della salvezza per il resto dell’umanità, ricevendo la fede prima e trasmettendola poi. Qual è la nostra riposta? Non andiamo a cercare chissà quali segni per credere, o per realizzare un certo progetto se sentiamo che è veramente Dio che ci sta chiamando. Le donne di questa storia sono superiori agli uomini, hanno una fede più pronta di quella del sacerdote Zaccaria. Il saper rispondere a Dio non dipende dalla nostra formazione, dalle nostre conoscenze su Dio – Zaccaria ne aveva sicuramente più di tutti – né da quanto abbiamo studiato su Dio. Dipende da come il nostro cuore o spirito recepisce la parola di Dio. Questo passo ci esorta a seguire Maria che umilmente e prontamente accetta un ruolo importantissimo nel piano di Dio e lascia che lo Spirito guidi la sua vita.

  1. 3.      Il Dio della pienezza dello Spirito Santo.
Un ultimo aspetto che mi colpisce di questo passo è che si nota un’insistenza decisa sul ruolo dello Spirito Santo, che solo in questo capitolo viene menzionato tre volte. L’angelo dice a Zaccaria che suo figlio Giovanni sarà ripieno di Spirito Santo. Noi che viviamo dopo la Pentecoste, momento in cui lo Spirito Santo è stato riversato sulla chiesa, capiamo bene cosa questo significhi: Giovanni verrà immerso dal Signore nel suo stesso spirito e guiderà la sua vita per portare a compimento quelle opere promesse. Giovanni non è quindi un superuomo, con delle qualità straordinarie e dei meriti speciali. Giovanni sarà semplicemente un uomo il cui spirito è ripieno dello Spirito di Dio e che quindi con la forza di Dio agisce.
A Maria viene detto: lo Spirito Santo verrà su di te! L’azione del concepimento sarà un’azione divina, miracolosa al punto che la fecondazione stessa avverrà per opera dello Spirito di Dio.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo: avviene un movimento fisico del feto che le balza nel ventre rivelandole che è arrivato il Signore! Benedice quindi Maria e il bambino che ha nel ventre.
Il vangelo di Luca comincia insegnandoci che veramente Dio è sceso tra gli uomini, sia come Figlio, che come Spirito Santo, cioè come potenza che agisce anche fisicamente nella vita degli uomini. Essere pieni di Spirito Santo significa semplicemente incontrare veramente e pienamente il Signore. In Italia c’è l’abitudine di considerare “credenti” le persone che professano una qualche fede, anche senza convinzioni particolari o senza un’esperienza concreta di questa fede. Nominalmente 90% degli italiani si dichiarano cristiani, anche se nel momento in cui vengono interrogati sulla loro fede non hanno chiaro in cosa esattamente credano. La differenza tra una fede fatta di qualche idea vaga, o anche di una serie di dottrine precise ed ordinate, ed una fede autentica, come quella dei personaggi di cui abbiamo appena letto, è proprio questa presenza dello Spirito Santo che in modo sconvolgente, quasi fisico, entra in chi crede e diventa la guida di quella persona.
Avere fede significa immergersi nello Spirito di Dio, avvertire interiormente un moto inspiegabile, simile a quello del bimbo che balza nel ventre di Elisabetta, e che ci fa dire: il mio Signore è arrivato da me! Lasciamo allora che il Signore, con il suo Spirito Santo, ci sorprenda oggi, entri nella nostra vita perché questa vita goda della presenza della benedizione del Signore. AMEN

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