Prepariamoci! Luca 3, 1-22
Per leggere Luca 3 clicca qui: http://www.laparola.net/testo.php?versioni[]=C.E.I.&riferimento=Luca3
Luca 3, 1-22 – Giovanni battista
Se di Gesù ci viene raccontato il breve episodio dell’adolescenza e del suo confronto con i dottori del tempio, di Giovanni, che avevamo lasciato nel deserto, non sappiamo niente, se non appunto che è nel deserto. La presentazione che Luca ci fa di Giovanni ormai cresciuto ed adulto è singolare: prima enumera una serie di cariche governative importanti, di personaggi politici per lo più romani, poi menziona le sue massime cariche religiose, i due sommi sacerdoti Anna e Kaiafa, ed infine Giovanni, che non è potente, non ha cariche particolari, non sta neppure in mezzo alla gente, ma nel deserto eppure… a lui viene rivolta la parola di Dio. Sembra quasi un modo per dire che piuttosto che cercare cariche politiche o religiose, Giovanni nel silenzio del deserto ha cercato il volto di Dio, e si è preparato a quel lavoro preparatorio del regno per cui era stato chiamato. Si è preparato per preparare, e l’idea centrale di questo passo è proprio quella di preparazione. A cosa ci prepara Giovanni, una volta preparatosi nel deserto?
Credo che questo insegnamento sia molto attuale. Giovanni avrebbe potuto cominciare a criticare l’operato di Tiberio Cesare, di Pilato, di Filippo e delle altre cariche politiche o accusare Anna e Caiafa di essere pessime guide spirituali, invitando il popolo ad autocommiserarsi e a sollevarsi contro di loro per migliorare la propria condizione politica e spirituale. Sceglie invece di partire dall’interiore mettendo il dito nella vera piaga umana: i mali del mondo non derivano dall’esistenza di cariche politiche o religiose che possono funzionare più e o meno bene, ma dal peccato insito nei nostri cuori, da quella condizione di separazione e lontananza da Dio in cui responsabilmente e consapevolmente ci poniamo. Giovanni comincia a preparare la riforma dell’uomo partendo proprio dal suo interiore, ed il problema del peccato è il punto di partenza di ogni riflessione sull’uomo. Ovviamente non si ferma a denunciare il peccato, ma ne annuncia il perdono, che è la soluzione, e l’annuncio meraviglioso è che questo perdono viene da Dio.
Noi ci attardiamo facilmente in discussioni in cui ci lamentiamo di come non va il mondo, di come tutto funziona male e poco o di come la crisi prende piede; Giovanni ci invita a fare la stessa riflessione pensando a cosa non va in noi, prima di guardare fuori.
E’ molto bello constatare l’umiltà e la consapevolezza di Giovanni battista. Ha messo su un movimento, ha reso pubblico un rito che usavano solo alcuni gruppi marginali (gli esseni ad es.) è diventato un personaggio pubblico famoso, ha una folla di persone che lo seguono: potrebbe prendersi per un guru e farsi venerare. Precisa invece che lui non è che un preparatore, e che tutto il suo lavoro serve a preparare il terreno su cui opererà il messia. Questo stesso messaggio è bene che venga recepito dalla chiesa, che per un verso è chiamata a fare le stesse opere di Cristo ed anche di maggiori, ma che dall’altro deve vivere nella consapevolezza di essere solo una preparatrice della via del Signore. Possiamo annunciare come Giovanni annunciò; possiamo rimproverare come Giovanni rimproverò; siamo anche chiamati a battezzare in acqua, come fece Giovanni; ma l’azione “forte” di convertire i cuori, di immergerli nello spirito e nella purificazione, quella la può fare solo il messia.
Conclusione: Giovanni esce di scena (19-22)
Proprio la durezza dei rimproveri ed il coraggio di parlare in faccia anche ai politici più potenti porta Giovanni a finire in prigione. Apparentemente potremmo pensare che Erode abbia fatto uscire di scena Giovanni, mutilando il regno di Dio di un suo valido collaboratore. In realtà, Giovanni esce di scena perché con il battesimo di Gesù, utile solo per mostrare chi sia il Figlio, il suo ruolo è finito, e il suo arresto non è avvenuto prima che questo accadesse. Niente sfugge alla sovranità del Signore, che ha preparato il suo regno, che lo fa avanzare e che continua ad estenderlo fino ad oggi, ripetendo nel tempo le preparazioni di Giovanni e le benedizioni del messia.
Luca 3, 1-22 – Giovanni battista
Se di Gesù ci viene raccontato il breve episodio dell’adolescenza e del suo confronto con i dottori del tempio, di Giovanni, che avevamo lasciato nel deserto, non sappiamo niente, se non appunto che è nel deserto. La presentazione che Luca ci fa di Giovanni ormai cresciuto ed adulto è singolare: prima enumera una serie di cariche governative importanti, di personaggi politici per lo più romani, poi menziona le sue massime cariche religiose, i due sommi sacerdoti Anna e Kaiafa, ed infine Giovanni, che non è potente, non ha cariche particolari, non sta neppure in mezzo alla gente, ma nel deserto eppure… a lui viene rivolta la parola di Dio. Sembra quasi un modo per dire che piuttosto che cercare cariche politiche o religiose, Giovanni nel silenzio del deserto ha cercato il volto di Dio, e si è preparato a quel lavoro preparatorio del regno per cui era stato chiamato. Si è preparato per preparare, e l’idea centrale di questo passo è proprio quella di preparazione. A cosa ci prepara Giovanni, una volta preparatosi nel deserto?
- 1. La preparazione interiore (3-6)
Credo che questo insegnamento sia molto attuale. Giovanni avrebbe potuto cominciare a criticare l’operato di Tiberio Cesare, di Pilato, di Filippo e delle altre cariche politiche o accusare Anna e Caiafa di essere pessime guide spirituali, invitando il popolo ad autocommiserarsi e a sollevarsi contro di loro per migliorare la propria condizione politica e spirituale. Sceglie invece di partire dall’interiore mettendo il dito nella vera piaga umana: i mali del mondo non derivano dall’esistenza di cariche politiche o religiose che possono funzionare più e o meno bene, ma dal peccato insito nei nostri cuori, da quella condizione di separazione e lontananza da Dio in cui responsabilmente e consapevolmente ci poniamo. Giovanni comincia a preparare la riforma dell’uomo partendo proprio dal suo interiore, ed il problema del peccato è il punto di partenza di ogni riflessione sull’uomo. Ovviamente non si ferma a denunciare il peccato, ma ne annuncia il perdono, che è la soluzione, e l’annuncio meraviglioso è che questo perdono viene da Dio.
Noi ci attardiamo facilmente in discussioni in cui ci lamentiamo di come non va il mondo, di come tutto funziona male e poco o di come la crisi prende piede; Giovanni ci invita a fare la stessa riflessione pensando a cosa non va in noi, prima di guardare fuori.
- 2. La preparazione esteriore (7-14)
- 3. La preparazione messianica (15-18)
E’ molto bello constatare l’umiltà e la consapevolezza di Giovanni battista. Ha messo su un movimento, ha reso pubblico un rito che usavano solo alcuni gruppi marginali (gli esseni ad es.) è diventato un personaggio pubblico famoso, ha una folla di persone che lo seguono: potrebbe prendersi per un guru e farsi venerare. Precisa invece che lui non è che un preparatore, e che tutto il suo lavoro serve a preparare il terreno su cui opererà il messia. Questo stesso messaggio è bene che venga recepito dalla chiesa, che per un verso è chiamata a fare le stesse opere di Cristo ed anche di maggiori, ma che dall’altro deve vivere nella consapevolezza di essere solo una preparatrice della via del Signore. Possiamo annunciare come Giovanni annunciò; possiamo rimproverare come Giovanni rimproverò; siamo anche chiamati a battezzare in acqua, come fece Giovanni; ma l’azione “forte” di convertire i cuori, di immergerli nello spirito e nella purificazione, quella la può fare solo il messia.
Conclusione: Giovanni esce di scena (19-22)
Proprio la durezza dei rimproveri ed il coraggio di parlare in faccia anche ai politici più potenti porta Giovanni a finire in prigione. Apparentemente potremmo pensare che Erode abbia fatto uscire di scena Giovanni, mutilando il regno di Dio di un suo valido collaboratore. In realtà, Giovanni esce di scena perché con il battesimo di Gesù, utile solo per mostrare chi sia il Figlio, il suo ruolo è finito, e il suo arresto non è avvenuto prima che questo accadesse. Niente sfugge alla sovranità del Signore, che ha preparato il suo regno, che lo fa avanzare e che continua ad estenderlo fino ad oggi, ripetendo nel tempo le preparazioni di Giovanni e le benedizioni del messia.
Nessun commento:
Posta un commento